Picchiò il bidello che aveva molestato la figlia? Padre della studentessa patteggia la pena


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Patteggia la pena l’uomo accusato di avere picchiato un bidello poiché molestava la figlia. Il gup Edoardo D’Ambrosio ha accolto il patteggiamento ad 1 anno (pena sospesa) per il genitore di Squinzano. Rispondeva del reato di lesioni personali aggravate.

Il giudice ha accolto l’istanza di patteggiamento “concordata” in precedenza dall’avvocato Fiorindina De Carlo con il pm Stefania Mininni. Inoltre, sono state accordate all’imputato le attenuanti generiche. Invece, la “persona offesa” è difesa dall’avvocato Paolo Spalluto che chiederà alla Procura Generale di poter impugnare il procedimento, ritenendo la pena non congrua.

Secondo l’accusa, il 21 maggio del 2018, il bidello, mentre si dirigeva a scuola in bicicletta sarebbe stato bloccato da una macchina. L’uomo, sceso dalla vettura, lo avrebbe ripetutamente colpito con una mazza, spezzandogli entrambi gli avambracci. La brutale aggressione avrebbe provocato alla vittima, anche uno sfondamento cranico e complessivamente si sarebbero resi necessari 175 punti di sutura.

Circa due ore dopo, il padre della studentessa, si sarebbe recato presso i carabinieri della locale stazione per confessare l’accaduto. L’aggressore si sarebbe giustificato, asserendo di aver agito così violentemente, perché la figlia era stata oggetto di attenzioni sessuali da parte del bidello. L’uomo è stato poi denunciato a piede libero.

L’altra inchiesta

Secondo il pm Stefania Mininni, la studentessa, all’epoca dei fatti 17enne, sarebbe stata molestata dal bidello in due occasioni (nello stesso giorno), nel gennaio del 2018. Gli episodi si sarebbero verificati all’interno dell’ascensore di un liceo alle porte di Lecce.

L’indagato deve difendersi dall’accusa di violenza sessuale aggravata. Il collaboratore scolastico avrebbe palpeggiato al seno la ragazza, tentando poi di baciarla sulla bocca. La presunta vittima è stata anche ascoltata in sede d’incidente probatorio.

Nei mesi scorsi, invece, si è svolta l’udienza preliminare ed il giudice ha accolto la richiesta di nullità del decreto di citazione avanzata dalla difesa. Il fascicolo è ritornato in Procura ed è nuovamente nella fase delle indagini preliminari.