Avrebbe sferrato una serie di calci e pugni verso l’ex moglie nella piazza del paese dopo una sequenza di atti persecutori. l Gup Stefano Sernia ha rinviato giudizio il 48enne di Miggiano, A. G. L’imputato, difeso dall’avvocato Fabio Ruberto, dovrà presentarsi il 27 maggio dinanzi alla prima sezione monocratica per l’inizio del processo. L’ex coniuge si è costituita parte civile con l’avvocato Ippazio Cazzato.
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Secondo l’accusa rappresentata dal pubblico ministero Stefania Mininni (pm d’udienza, la dr.ssa Paola Guglielmi), il 48enne di Miggiano, nel settembre scorso, avrebbe “avvistato” la moglie seduta su una panchina di Piazza Pisanelli nel centro storico di Tricase poi si sarebbe avvicinato a lei (nonostante ” pendesse” su di lui il divieto di avvicinamento) e dopo averle proferito alcune frasi minacciose, l’avrebbe colpita con calci e pugni. Fortunatamente, grazie all’intervento di amici che erano in compagnia della donna, si è evitato il peggio. La donna ha riportato soltanto delle contusioni alle gambe ed al torace.
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A.G. era stato condannato nell’ottobre scorso ad 1 anno e 4 mesi dal Gup Michele Toriello, nel processo celebratosi con il rito abbreviato, per stalking, minacce semplici e danneggiamento. Il giudice aveva anche disposto la sospensione della pena in caso di risarcimento delle vittime (anche in questo caso, parte civile).
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Il 48enne miggianese era accusato, anzitutto, di avere molestato la ex moglie con numerosi sms e chiamate nonostante fosse a lui già vietato, per una precedente misura cautelare, avvicinarsi o comunicare con lei. L’accusa riferisce, anche di comportamenti vessatori nei confronti della figlia, addirittura il giorno del parto o del fratello, cognato e genero della ex moglie, che avrebbe minacciato ed insultato in varie occasioni. L’uomo di Miggiano avrebbe anche danneggiato le autovetture o le porte dell’abitazione e addirittura della cappella di famiglia della sua ex (poi prosciolto da questa accusa) e dei vari parenti e amici. In alcuni casi utilizzando una bomboletta spray di colore nero o rompendo i vetri delle finestre e le persiane.