"Qui dentro c'è il diavolo"; "il diavolo ha potere su di voi"; "pestate con tutti e due i piedi il diavolo". Sono le frasi che, secondo alcuni genitori, sarebbero state proferite da una maestra di scuola elementare di Casarano. Dinanzi al gip Edoardo D'Ambrosio, la 64enne assistita dal proprio legale Giovanni Bellisario, è stata sottoposta ad interrogatorio. Lei stessa ha specificato di aver semplicemente commentato con la frase "avete il diavolo in corpo", il comportamento di alcuni ragazzi che si erano accalcati per entrare in classe. Inoltre, essendo molto cattolica, si sarebbe raccomandata con gli alunni di comportarsi bene, ricordando loro – indicando il crocifisso collocato in classe – che "Gesù ci guarda".
La maestra risponde delle ipotesi di reato di maltrattamenti verso fanciulli e lesioni personali. Il pm Maria Rosaria Micucci ha avanzato una richiesta di sospensione dall'insegnamento, in vista dell'inizio del nuovo anno scolastico. L'istanza è ora al vaglio del gip Edoardo D'Ambrosio che scioglierà le riserve nei prossimi giorni.
Secondo la tesi di una ventina di genitori, la maestra durante l'anno scolastico 2016/2017, avrebbe tenuto una serie di comportamenti quanto meno irrituali per il ruolo ricoperto. La madre di un alunno portatore di protesi acustica riferì al Dirigente Scolastico che il figlio sarebbe stato colpito con uno schiaffo all'orecchio e durante l'ora di ginnastica, sarebbe stato richiamato duramente con il fischietto. Ciò avrebbe provocato un forte disagio interiore nello scolaro. Altri genitori, invece, avrebbero appreso dai figli un altro episodio inquietante: la maestra li avrebbe costretti a saltellare dinanzi ad un crocefisso per scacciare il diavolo. Anche in questo caso, i bambini avrebbero subito gravi conseguenze, come improvvisi sbalzi di umore, crisi di pianto ecc.
La maestra si è difesa strenuamente di fronte a queste infamanti accuse. Anzitutto, sostenendo di non aver mai alzato un dito nei confronti degli scolari e tantomeno contro l'alunno portatore di protesi acustica (sottolineando di non esserne a conoscenza). Riguardo l'uso "smodato" del fischietto ha riferito di averlo utilizzato semplicemente per evitare che qualcuno si allontanasse dal gruppo. Venne comunque aperto un procedimento disciplinare scolastico che si concluse prima con un "richiamo" nei confronti della donna e poi con la revoca dell'insegnamento in quella classe.
La madre dell'alunno portatore di protesi, attraverso l'avvocato Mauro Marzano, presentò una denuncia in Procura. Scattarono gli accertamenti investigativi, vennero ascoltate i genitori degli alunni e alla fine, la maestra è finita sotto inchiesta.