Arriva il pronunciamento del Riesame e restano i sigilli ai pontili del porto di Otranto. Si è discusso in mattinata, il ricorso contro il sequestro preventivo del 6 dicembre scorso. Dopo l’udienza camerale odierna, c’è la decisione dei giudici del Tribunale del Riesame (Presidente Carlo Cazzella, relatore Antonio Gatto, a latere Pia Verderosa), che hanno rigettato l’istanza della difesa.
Nel corso della discussione in aula, hanno preso la parola il sostituto procuratore Giovanni Gallone e il collegio difensivo composto dagli avvocati Mauro Finocchito, Fritz Massa, Antonella Corvaglia e Francesco Vergine, per il Comune di Otranto, quale soggetto titolare dei pontili. Il “Tribunale della Libertà” ha rigettato nel merito il ricorso di quest’ultimo, dichiarando inammissibili tutti gli altri riesami.
Una volta depositate le motivazioni della sentenza, verrà presentato ricorso in Cassazione.
La Procura ha sostenuto come i sei indagati abbiano occupato arbitrariamente l’area demaniale marittima prospiciente il “bastione dei Pelasgi”, detta, “Aia delle fabbriche”, di complessivi mq. 34.874,56.
In particolare, ha sottolineato che nonostante le diffide ricevute dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto, dall’Ufficio Circondario Marittimo di Otranto e dall’Avvocatura Generale dello Stato di Roma, non veniva predisposto lo smontaggio, alla scadenza della stagione estiva, dei pontili galleggianti e delle sistemazioni della aree a terra, così violando la prescrizione posta dall’autorizzazione paesaggistica. Inoltre, secondo la Procura, il Comune non è concessionario del bene e dunque non sarebbe autorizzato a chiedere il dissequestro.
Il collegio difensivo, che ha impugnato il decreto sequestro preventivo a firma del gip Sergio Tosi, ritiene invece che i pontili sono rimasti installati in virtù del cosiddetto emendamento Marti (dal nome del senatore della Lega), relativo alla legge di stabilità 145 del 30 dicembre del 2018. Tale modifica, infatti, stabiliva che le strutture amovibili ( tra cui i “punti di approdo” ) possono essere mantenute per tutto l’anno e durante fino al 31 dicembre del 2020. Inoltre, risulta successiva al pronunciamento del Consiglio di Stato del 2018, che subisce così gli effetti della legge sopravvenuta.
Il sequestro
Ricordiamo che i sigilli ai pontili del porto di Otranto sono scattati il 6 dicembre e sono stati apposti dagli uomini della capitaneria di porto. Sono sei le persone indagate. Si tratta di Pierpaolo Cariddi, 54 anni di Otranto, in qualità di Sindaco di Otranto; Emanuele Maria Maggiulli, 53 anni di Muro Leccese, responsabile dall’1.8.12 dell’area tecnica del Comune di Otranto e dei servizi “urbanistica, pianificazione territoriale, edilizia privata, lavori pubblici, demanio e patrimonio”; Michele Tenore, 46enne di Otranto; Domenica De Donno, 52enne di Otranto; Cristina De Benedetto 30 anni di Otranto e Lorenzo Emanuele Bello, 32enne di Otranto, tutti componenti della Giunta e firmatari di varie delibere.
Rispondono dell’accusa di occupazione abusiva del demanio marittimo e abusi edilizi.
Sostiene il gip Tosi, nel decreto di sequestro preventivo, che “la mancata rimozione, alla scadenza del termine previsto nell’autorizzazione, di un manufatto di cui era stata consentita l’installazione per soddisfare esigenze stagionali, determina la configurabilità del reato…essendo venuta meno la ragione della sua realizzazione in assenza di titolo abilitativo”.
Non solo, “poiché l’occupazione della porzione di bene demaniale, sulla quale era stata autorizzata l’installazione dei pontili galleggianti, è divenuta arbitraria dalla scadenza del termine previsto nei menzionati provvedimenti amministrativi”.
Infine, conclude il gip Tosi, “il mantenimento delle strutture in oggetto oltre il termine stagionale ne consente un più che probabile uso annuale che implica una nuova domanda di servizi ed infrastrutture, destinata ad aggravare il carico urbanistico, ed a compromettere ulteriormente il contesto paesaggistico tutelato, in quanto il rischio di offesa al territorio ed all’equilibrio ambientale, perdura in stretta connessione con l’utilizzazione delle strutture medesime”.
Il Consiglio di Stato
Ricordiamo che, nei mesi scorsi, sulla vicenda dei pontili galleggianti si era espresso il Consiglio di Stato, stabilendo il mantenimento per sei mesi all’anno. Si affermava che le autorizzazioni richieste per quel progetto erano stagionali e prevedevano che, al termine della stagione estiva, l’infrastruttura dovesse essere smontata, per poi essere rimontata solo nella primavera successiva.