Morte avvocato per presunta colpa medica: due “camici bianchi” a processo


Condividi su

Due medici finiscono sotto processo per la morte dell’avvocato civilista Francesco Epifani.
Il gup Giovanni Gallo ha rinviato a giudizio: G.P., 63 anni di Lecce, primario di anestesia del “Vito Fazzi” e l’anestesista, S.P., 63 anni di Maglie. Dovranno presentarsi il 24 maggio prossimo, innanzi al giudice monocratico Bianca Todaro per l’inizio del processo.
Sono assistiti dagli avvocati Ladislao Massari e Mario Coppola.
Per altri tre “camici bianchi”, al termine dell’udienza preliminare, il giudice ha disposto il proscioglimento dall’accusa. Sono difesi dai legali Roberto e Luigi Rella, Giovanni Ciccarese, Donato Vergine.

L’avvocato Francesco Epifani 77 anni residente a Villa Convento ( frazione di Novoli), morì presso il “Vito Fazzi” di Lecce, il 7 luglio del 2015, dopo essere giunto in Ospedale in condizioni gravi a causa di una frattura dell’omero. A seguito del decesso, venne disposta dalla Procura, l’autopsia affidata al medico legale Roberto Vaglio, su disposizione del pm Maria Rosaria Micucci, per accertarne le cause. La morte sarebbe stata provocata da un’emorragia toracica. Inoltre, emerse la presenza di lesioni compatibili con una caduta.
Venne aperto fascicolo d’indagine con l’accusa di omicidio colposo. Dai successivi accertamenti ,condotti dagli investigatori della Squadra Mobile di Lecce, sarebbe emerso che l’avvocato sarebbe giunto in ospedale con una frattura all’omero, causata dalla caduta da un albero. L’operazione chirurgica a cui fu sottoposto tre giorni dopo l’incidente, non sarebbe però andata a buon fine. Secondo la Procura, l’intervento non richiedeva carattere d’urgenza ” stante il rischio vita per il paziente”. Inoltre, l’applicazione di un catetere venoso e la presenza di un ecografo in sala, avrebbero potuto evitare il decesso. Inoltre, altri due medici, poi prosciolti, rispondevano di falso per presunte omissioni nella cartella clinica.
La denuncia fu presentata dai familiari della vittima, che si sono costituiti parte civile con l’avvocato Anna Grazia Maraschio.

In un primo esposto, venne ipotizzata una rapina nell’abitazione dell’avvocato; la vista dei malviventi gli avrebbe causato un malore e da lì, la caduta, non dovuta a cause accidentali.