Era accusato di un "raggiro" ai danni dell'Asl, ma l'ex Primario di Pneumologia del "Vito Fazzi" di Lecce, Sergio Scoditti è stato assolto. Il giudice monocratico Marcello Rizzo della seconda sezione penale ha ritenuto il 69enne originario di Mesagne ma residente a Lecce "non colpevole" del reato di truffa aggravata, "perché il fatto non sussiste"; nell'ottobre di due anni fa, fu rinviato a giudizio dal gup Simona Panzera al termine dell'udienza preliminare. Inoltre, L'Asl di Lecce si era costituita parte civile con l'avvocato Alfredo Cacciapaglia.
Secondo l’accusa, Scoditti tra il gennaio del 2009 e il giugno del 2010, non avrebbe attestato lo svolgimento dell'attività medica "intramuraria". Egli all'epoca dei fatti contestati, era direttore dell'Unità Operativa di Pneumologia del "Vito Fazzi" di Lecce. Scoditti era stato autorizzato (con delibera del direttore generale dell’Asl del 29 maggio del 2000) a svolgere la libera professione, ma non avrebbe utilizzato nelle schede di timbratura per l’entrata e l’uscita dalla struttura ospedaliera”, ( apparecchiatura marcatempo) il codice identificativo.
Dunque, in base all'ipotesi accusatoria, avrebbe "ingiustamente" ottenuto la somma 9.542 euro, corrispondenti a 161 ore di lavoro, “inducendo in errore l’Asl di Lecce e la Regione Puglia”.
Accuse "cadute" al termine del processo, poiché il giudice ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Massimo Manfreda, legale di Sergio Scoditti. Nel corso della discussione in aula, il legale ha dimostrato l'erroneità del presupposto dell'accusa. Il difensore ha sostenuto che "i Dirigenti dell'Unità Operativa Complessa non soggiaciono ai limiti di orari ordinariamente stabiliti, in quanto il loro rapporto è diversamente regolamentato". Inoltre l'avvocato Manfreda ha sottolineato che l'Asl aveva introitato 10.000 euro grazie alle sue prestazioni. Per altro verso, il primario aveva un credito orario con la stessa, di 300 euro.