Prima il pestaggio e poi le minacce: condannati tre giovani di Tricase


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Avrebbero avuto un violento alterco con un compaesano, sfociato in un'aggressione fisica e in ripetute minacce, da parte di uno di essi, e così tre giovani tricasini sono stati condannati. Il giudice Silvia Saracino delle seconda sezione in composizione monocratica ha ritenuto colpevoli due fratelli, il 29enne I.C. ed il 31enne A.C., di "lesioni personali", infliggendogli una pena di 6 mesi; C. F. , 29 anni, dello  stesso reato, ma anche di "minacce", motivo per cui è arrivata una condanna a 7 mesi. Per tutti gli imputati è stata disposta la sospensione della pena.

Il pubblico ministero d'udienza Carmen Ruggiero ( titolare dell'inchiesta la dr.ssa Donatina Buffelli ) ha chiesto una condanna a 6 mesi per i primi due e ad 8 mesi nei confronti di C.F. I tre amici, per motivi non emersi con chiarezza nel corso delle indagini, avrebbero aggredito all'interno della sua abitazione, un uomo di Depressa.

La colluttazione sarebbe accaduta una giornata di fine luglio del 2012, nella piccola e solitamente tranquilla, frazione di Tricase. Prima C.F. avrebbe colpito la vittima con un violento pugno al volto, provocandogli la caduta di un dente; successivamente sarebbero intervenuti gli altri due ragazzi, che lo avrebbero picchiato, colpendolo con calci e pugni su tutto il corpo. La prognosi che ne derivò per la vittima del pestaggio, fu di 20 giorni.

Inoltre C.F. avrebbe minacciato il compaesano con frasi del tenore :"te sciuta bona, apri l'occhi ca te sparu", ma anche "tutto a posto nu'è ca faci nienzi, spiccia qua a storia". Trascorsa una settimana, lo stesso C.F. avrebbe proferito nei confronti della vittima la frase, "apri l'occhi lascia perdere i vagnoni ca te sparu deveru", riferito ai suoi due giovani amici.

Nella discussione odierna in aula, i difensori dei giovani tricasini gli avvocati Silvio Giardiniero perC.F. e Luigi Piccinni per A.C. e I.C.avevano invocato l'assoluzione dei propri assistiti, poiché risulterebbe che le lesioni accertate dai sanitari sul corpo della vittima, non sarebbero ricollegabili al pestaggio, ma ad altre cause.