Arrivano sei assoluzioni e vari sconti di pena, al termine del Processo di Appello “Network”.
La Corte ha assolto: Roberto Mirko De Matteis, 41 anni di Lizzanello; Cristian Micelli, 39enne di Lizzanello; Bruno De Matteis, 63enne di Merine; Graziano De Fabrizio, 35enne di Lizzanello; Veronica Murrone, 32enne di Castrì; Roselito Quarta, 43enne di Castrì.
I giudici hanno, invece, assolto per alcuni capi d’imputazione e rideterminato la pena a: 19 anni e 5 mesi per Francesco Pastore, 31enne di Cavallino, e 20 anni a Luigi Santoro, 44enne di Melendugno in continuazione con una vecchia sentenza; 4 anni per Angelo Belfiume, 38enne di Melendugno; 9 anni a Mauro Cucurachi, 42enne di Lizzanello, 4 anni per Stefano Mazzeo, 37enne di Lizzanello; 13 anni e 4 mesi per Mirko Ricciato, 43enne di Lizzanello; 4 anni e 4 mesi per Walter Ricciuti, 51 anni di Calimera; 8 anni e 4 mesi per Andrea Terrazzi, 41enne di Calimera. Invece, 18 anni e 4 mesi Pasquale Briganti, 55 anni di Lecce e 18 a Tonino Caricato, 36 anni, di Cavallino, in continuazione con una vecchia sentenza. Vent’anni di reclusione in continuazione con una vecchia sentenza sono stati inflitti ad Andrea Leo, 46enne di Vernole; 12 anni per Giuseppe Potenza, 40enne di Melendugno.
“Sconto” di pena a 3 anni e 4 mesi per il collaboratore di giustizia Gioele Greco, 30enne di Lecce; 9 anni per Maria Valeria Ingrosso, 38 anni di Merine; Massimiliano Apollonio, 32enne di Lizzanello e Alessandro Antonucci, 26 anni di Merine, frazione di Lizzanello; 10 anni per Egidio Buttazzo, 40enne di Cavallino; 11 anni e 8 mesi Daniele De Matteis, 34 anni di Lecce; 1 anno e 4 mesi per Leo De Matteis, 37enne di Lecce; 10 anni per Anna Oriana Durante, 42enne di Melendugno; 9 anni ed 8 mesi a Luca Giannone, 39enne di Calimera; 11 anni e 8 mesi ad Andrea Carmine Pariti, 33enne residente a Pisignano, frazione di Vernole; 3 anni e 4 mesi per Marco Antonio Penza, 32enne di Lecce; 7 anni Antonio Pantaleo Mazzeo 29enne di Caprarica; 9 anni e 4 mesi per Emiliano Sulka, 25enne di Lizzanello.
Confermate le condanne del processo in abbreviato, innanzi al gup Annalisa De Benedictis a: 15 anni e 4 mesi in continuazione con una precedente sentenza per Gregorio Leo, 54 anni di Vernole; 10 anni; 9 anni per 8 anni a Maurizio Calogiuri, 40enne, di Lizzanello; e Francesco Mungelli, 38enne. E poi ancora: 6 anni al collaboratore di giustizia Alessandro Verardi, 39enne di Merine (frazione di Lizzanello) 4 anni e 8 mesi a Giuseppe Manna, 50 anni, di Lecce; 4 anni e 6 mesi; Maurizio Di Nunzio, 33anni, di Scorrano; 2 anni e 3 mesi ad un 30enne di Lizzanello; 2 anni ad Andrea Capirola, 38, di Castrì; Jasmin Beherem, 54, residente a Lecce, Eugenio Campa, 59, di Bagnolo del Salento e Rocco Campa, 36enne di Giuggianello; quattro mesi ad Andrea Fasiello, 30enne di Vernole. “Confermate ” anche le tre assoluzioni maturate in primo grado per: Federico Amaranto, 53enne di Lecce; Federico Perrone, 43, di San Donato ed Alessandro Greco, 34, di Lecce.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Ladislao Massari, Giuseppe De Luca , Giancarlo Dei Lazzaretti, avvocato Pantaleo Cannoletta. Antonio Savoia, Luca Laterza, Eridania Margheriti, Elvia Belmonte, Giovanni e Gabriele Valentini, Mario Coppola, Giuseppe Milli, Luigi Rella, Sergio Luceri, Vincenzo Blandolino, Francesca Conte, Cosimo Rampino, Gabriella Mastrolia, Umberto Leo, Stefano Prontera, Francesco Vergine, Benedetto Scippa, Silvio Verri, Vincenzo Perrone, Antonio Degli Atti, Anna Elsa Prete, Luigia Cretì e Federico Mazzarella De Pascalis.
L’inchiesta
I Carabinieri del Ros e della Squadra Mobile di Lecce permisero di smantellare nel febbraio di 3 anni fa, un’associazione dedita ad attività estorsive nei confronti di stabilimenti balneari ricadenti nella fascia adriatica. Furono emesse dal gip 43 ordinanze di custodia cautelare su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce.
L’Operazione “Network”, scaturiva da due distinte attività d’indagine, riunite in un unico procedimento, vale a dire “Terre d’Acaya”, e “Alta Marea”. Le intercettazioni telefoniche consentirono di acquisire elementi di prova, in ordine all’attività della predetta organizzazione mafiosa e della parallela associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
Particolare significato probatorio hanno assunto poi l’acquisizione delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Giuseppe Manna e Alessandro Verardi. Grazie anche a questo prezioso contributo è stato ricostruito l’organigramma dei clan operanti nel territorio di Lecce e dei paesi limitrofi: il primo capeggiato da Roberto Nisi nel capoluogo salentino; quello di Pasquale Briganti, anch’esso operante in prevalenza nella città di Lecce; infine il gruppo mafioso facente capo alla famiglia di Bruno De Matteis attivo su Merine e paesi vicini.
Il gruppo facente capo a Andrea Leo e a Alessandro Verardi, avrebbe avuto il “controllo” degli stabilimenti balneari insistenti sul litorale tra Torre Specchia e San Foca, con imposizione ai gestori degli stessi del pagamento del 25% sui ricavi e la gestione dei parcheggi delle zone circostanti, nonché con imposizione dei servizi di vigilanza ai lidi della marina di Vernole.