Si conclude con l’assoluzione dei quattro imputati, la seconda tranche del processo con rito ordinario sui “Boc” (Buoni Ordinari Comunali).
I giudici della seconda sezione penale collegiale (presidente Roberto Tanisi) hanno ritenuto non colpevoli del reato di peculato (l’accusa iniziale era di istigazione alla corruzione), poiché “il fatto non costituisce reato”, Si tratta di Lucio Stefanelli, 49 anni di Lecce; Giuseppe Filippi Filippi, 53enne di Lecce; Adriano Migali, 49 anni di Galatone e Donatella Rizzo, 39enne di Cavallino.
In mattinata, il pubblico ministero Francesca Miglietta aveva chiesto la condanna a 4 anni di reclusione.
Il collegio difensivo
Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Stefano De Francesco, Giuliano Fina, Andrea Starace, Luigi Rella ed Andrea Sambati. Il Comune di Lecce, invece, si è costituito parte civile con il legale Amilcare Tana.
Nella prima tranche del processo, che ha fatto luce su alcuni illeciti nell’emissione dei Boc, vi fu la condanna nei confronti di due personaggi “eccellenti” della politica salentina, quali l’ex dirigente
del settore economico e finanziario Giuseppe Naccarelli, a 4 anni e 6 mesi, e l’ex assessore al Bilancio Ennio De Leo, a 4 anni e 3 mesi. Fu inoltre disposto il risarcimemento del danno sia materiale che morale al Comune di Lecce per oltre un milione di euro:
I fatti risalgono a circa 12 anni fa. L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero Giovanni De Palma e condotta dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, fece luce sulla somma di 684mila euro per il progetto dei “Buoni obbligazionari comunali”. Secondo gli inquirenti, Naccarelli dispose con Determinazione del 9 dicembre 2005, la liquidazione degli incentivi previsti, “attestando falsamente la copertura contabile e la regolarità finanziaria della spesa”. De Leo, invece, avrebbe fatto approvare, inducendo in errore gli altri componenti della giunta, il regolamento comunale per la ripartizione degli incentivi, per la progettazione di interventi di finanza innovativa.
Invece, Stefanelli, Filippi Filippi, Migali e Rizzo, quali componenti del suo staff ( gli odierni imputati assolti dal collegio giudicante)avrebbero procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale a Naccarelli, consistente nella illegittima liquidazione dell’incentivo di 319mila 800 euro. In particolare, Stefanelli, Filippi Filippi e Migali avrebbero ottenuto la somma di 42mila euro ciascuno, mentre la Rizzo, la cifra di 27mila euro. Accuse, come detto, “cadute” al termine del processo.