Processo Eclissi: il pubblico ministero chiede 800 anni di carcere


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L'attesa requisitoria del sostituto procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, Guglielmo Cataldi,si è conclusa pochi minuti fa, con la richiesta di condanna per tutti i 78 imputati (nel file allegato) che avevano scelto il giudizio abbreviato. Dopo circa 4 ore di discussione, nell'aula bunker di Borgo San Nicola, il pm ha invocato circa 800 anni di carcere, dinanzi al gup Giovanni Gallo.
 
Invece, saranno giudicati con il rito ordinario: Mario Blago, 62 anni, di Lecce; Giovani Bramato, 38, di Torre Pali, Marina di Salve; Luigi Buscicchio, detto “zio Gino”, 58, di Lecce; Fabio Lanzillotto, 31, di Galatone; Ubaldo Luigi Leo, detto “Aldo”, 51, di Lecce; Sergio Marti, 42, di Lecce; Stefano Monaco, 25, di Lecce; Danilo Piscopo, 35, di Cutrofiano; Luigi Antonio Rollo, 59, di Lizzanello; Massimo Scarlino, 43, di Ugento. Infine, hanno patteggiato la pena: Elmo Cosimo, 22, di Salice Salentino ad 1 anno e 4 mesi; Anna Maria Riotti, 56, di Lecce a 6 mesi in continuazione con una vecchia sentenza. Per loro, il processo o incera dinanzi al collegio della seconda sezione penale, in data 1 febbraio.
 
I complessivi 90 imputati sono difesi dagli avvocati: Ladislao Massari, Antonio Savoia, Gabriele e Giovanni Valentini, Giancarlo Dei Lazzaretti, Gabriella Mastrolia, Riccardo Giannuzzi, Elvia Belmonte, Massimiliano Petrachi, Pantaleo Cannoletta, Mariangela Calò, Cosimo Rampino, Stefano Prontera, Massimo Manfreda, Gabriella Mastrolia, Alexia Pinto, Benedetto Scippa, Donata Perrone, Dario Congedo, Alessandro Costantini Dal Sant, Walter Gravante, Davide Pastore, Stefania Sergi, Donato Sabetta, David Alemanno, Giuseppe De Luca, Ivan Feola, Mario Stefanizzi.
 
Invece si sono costituiti parte civile, con gli avvocati Marino Giausa e Fabio Corvino, i genitori ed il fratello di Luca Rollo, il 21 enne di Cavallino, morto suicida in carcere il 12 gennaio di due anni fa, poiché esasperato dalle pressanti richieste del "clan", sul pagamento di un debito di droga. Invece, il gup Gallo ha rigettato la richiesta di costituzione di parte civile con l'avvocato Tiziana Bello, del Comune di Lecce.
 
Nei mesi scorsi, il numero degli indagati era cresciuto in maniera esponenziale, grazie anche alle dichiarazioni del neo-collaboratore di giustizia Gioele Greco.Il 28enne leccese è balzato ultimamente agli onori delle cronaca per scottanti rivelazioni sugli affari sporchi della malavita organizzata leccese, principalmente nell'ambito del traffico di droga e della riscossione di denaro attraverso azioni estorsive ed intimidatorie. Le carte dell'inchiesta, oltre a rivelare i loschi affari della malavita leccese, raccontano la guerra tra clan, tra i quali primeggiano quello dei fratelli Leo di Vernole e di Ivan Firenze assieme a Cristian Pepe. Oppure le azioni estorsive, contro attività commerciali per imporre il pizzo. Vi è poi informativa di reato della Dia del 21 luglio 2014. Dal documento investigativo in questione, emergerebbe che Severo Martini, comunque non indagato, in occasione della tornata elettorale del 2012 per l'elezione del sindaco di Lecce, sarebbe stato "aiutato" con i voti di persone ritenute vicine ad ambienti della Scu, a diventare assessore nella lista del candidato sindaco Paolo Perrone. Ciò sarebbe avvenuto, grazie al ruolo assunto da Mario Blago, difeso dall'avvocato Antonio Savoia, considerato «il collante tra il sodalizio mafioso capeggiato dal genero Pasquale Briganti e i vari comitati elettorali».