Una telefonata "sospetta" tra il politico Luca Pasqualini e Mario Blago, considerato dagli inquirenti “il collante tra il sodalizio mafioso capeggiato dal genero Pasquale "Roberto" Briganti e i vari comitati elettorali”. È ciò che emerge da un'informativa depositata ieri mattina in aula nel processo "Eclissi" dal sostituto procuratore antimafia Guglielmo Cataldi, prima dell'ascolto del "pentito Gioele Greco. La conversazione telefonica farebbe riferimento alle primarie per le elezioni comunali del 2012.
Occorre sottolineare che l'Assessore alla Polizia locale, Sicurezza, Traffico e Mobilità del Comune di Lecce non è indagato. Nella suddetta informativa consegnata il 29 gennaio scorso in Procura dagli uomini della polizia giudiziaria, emergerebbe anche il nome di Sergio Marti, 43 anni, di Lecce che nell'inchiesta "Eclissi" risponde dell'accusa di associazione mafiosa. Mario Blago, 63 anni di Lecce, invece, è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa.
Ricordiamo, inoltre, che nelle carte delle indagini vi è un'informativa di reato della Dia del 21 luglio 2014. Dal documento investigativo in questione emergerebbe che il politico Severo Martini, anch'egli non indagato, in occasione della tornata elettorale del 2012 per l'elezione del sindaco di Lecce, sarebbe stato "aiutato" con i voti di persone ritenute vicine ad ambienti della Scu, a diventare assessore nella lista del candidato sindaco Paolo Perrone. Ciò sarebbe avvenuto grazie al ruolo assunto da Blago.
Il processo con rito ordinario, che verte soprattutto sull'affaire" delle affissioni elettorali è stato aggiornato al 13 febbraio per il controesame di Greco, da parte dei difensori.
Nell'udienza di ieri il "pentito" ha risposto così a una domanda del pm.
PM: “Si è mai interessato dell'affissione dei manifesti elettorali?”
Greco: “Tutti i manifesti elettorali venivano gestiti dai gruppi malavitosi. Nel 2012 quando Maurizio Briganti era latitante ci convocò nel covo di Monteroni. Disse che da quest'anno i manifesti elettorali dovevamo gestirli solo noi. Dunque i gruppi Nisi, Briganti e Pepe. Noi all'epoca eravamo affiliati ai Nisi. Dovevamo prendere i manifesti di Lecce e provincia e portarli tutti in un posto,per dividerli ugualmente. Un giorno andammo in un'altra casa di Briganti a Porto Cesareo, dove c'erano Carmen Blago, Sergio Marti. Briganti disse, abbiamo recuperato 30mila euro e vi diamo 3 mila euro a ciascuno. So che se qualche altro affiliato di altri gruppi si intrometteva in questo sistema di controllo, veniva bloccato. Ricordo anche del caso di un avvocato, candidato alle comunali, che si rivolse ad uno di essi. Sicuramente se un candidato si rivolgeva alla mafia , c'era dietro una forma di estorsione”.
Gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario sono: Mario Blago, 62 anni, di Lecce; Giovanni Bramato, 38, di Torre Pali, Marina di Salve; Luigi Buscicchio, detto “zio Gino”, 58, di Lecce; Fahir Sharawui, Fabio Lanzillotto, 31, di Galatone; Ubaldo Luigi Leo, detto “Aldo”, 51, di Lecce; Sergio Marti, 42, di Lecce; Stefano Monaco, 25, di Lecce; di Cutrofiano; Luigi Antonio Rollo, 59, di Lizzanello. Invece nella scorsa udienza, i giudici avevano accolto la costituzione di parte civile del Comune di Lecce, attraverso l'avvocato Tiziana Bello.
Il collegio difensivo del processo Eclissi, per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario, è composto, tra gli altri, dagli avvocati: Antonio Savoia, Paolo Cantelmo, Stefano, Luigi Rella, , Stefano Prontera, Ladislao Massari, Alessandro Stomeo, Luigi De Mitri Aimone e Stefano Pati.