Tre condanne, ma anche un’assoluzione e tre proscioglimenti per l’estorsione ai danni del titolare, all’epoca dei fatti, di una tabaccheria di Lecce.
I giudici della prima sezione collegiale (presidente Annalisa De Benedictis), al termine del processo di primo grado con rito ordinario, nella giornata di ieri, hanno inflitto: 8 anni di reclusione ciascuno ad Angelo Padovano, 35enne di Gallipoli, e per i leccesi Roberto Nisi, 72enne e Manuel Prinari, 38 anni di Lecce.
Sono difesi dagli avvocati Ladislao Massari e Gabriele Valentini e potranno fare ricorso in Appello.
Invece, è arrivata l’assoluzione con formula piena per Vito Francesco Corallo, 55enne di Cavallino, l’ex proprietario della tabaccheria, difeso dall’avvocato Carlo Sariconi.
Inoltre, sono stati prosciolti, Giovanni Parlangeli, 43enne residente a Lecce, Roberto Parlangeli, 47 anni di Magliano e Gabriele Pellè, 47 anni di Lecce, difesi rispettivamente dagli avvocati Angelo Ninni, David Alemanno e Gabriele Valentini. Erano stati già giudicati nel procedimento “Baia Verde”, che portò nel luglio 2014, all’arresto di elementi di spicco dei clan Padovano di Gallipoli e Tornese di Monteroni, dediti al controllo sulle discoteche e sui parcheggi.
Invece , il collaboratore di giustizia Gioele Greco (considerato il mandante), assistito dall’avvocato Sergio Luceri, ha patteggiato in precedenza la pena a 2 anni, con l’attenuante speciale per i collaboratori di giustizia.
I fatti si sarebbero verificati nel lontano 2011. In base alla tesi accusatoria, il Corallo pretese dal nuovo proprietario della tabaccheria, altre somme di denaro oltre a quelle per la cessione dell’esercizio commerciale, grazie all’appoggio della criminalità organizzata leccese e gallipolina. Gli altri “protagonisti” della vicenda avrebbero “stabilito” che il neo acquirente, un uomo originario di Gallipoli, versasse la somma di 450.000 per la cessione (nell’atto notarile risultavano 250.000 euro), nonostante avesse già dato oltre 700mila euro. Inoltre fu costretto a firmare una scrittura privata con riconoscimento di debito di 277.000 euro e un’ipoteca su di una abitazione a Sannicola in favore di Corallo. Inoltre, al nuovo acquirente, venne “recapitata” una lettera a firma di Gioele Greco, che fu lanciata, attraverso Prinari, da uno scooter. Invece, Pellè e Giovanni Parlangeli, sempre secondo l’accusa, sarebbero stati gli autori dell’intimidazione a “colpi di pistola”, contro la saracinesca della tabaccheria.
Al termine del processo, come detto, sono arrivate tre condanne, ma alcune accuse sono cadute.