Nessun ruolo nella partecipazione ai presunti episodi di corruzione, contestati dalla Procura. È quanto sostenuto dagli avvocati Amilcare Tana e Nicola Buccico, difensori di Carlo Siciliano, il dirigente medico che compare sul banco degli imputati nel processo “Favori e Giustizia”.
I legali, nel corso della discussione in aula durata circa 5 ore, tenutasi in giornata dinanzi ai giudici in composizione collegiale del tribunale di Potenza, hanno chiesto l’assoluzione dell’imputato.
Nello specifico, la difesa ha evidenziato l’estraneità di Siciliano agli episodi in cui era accusato di corruzione in concorso con l’ex Direttore dell’Asl Ottavio Narracci, l’ex pm Emilio Arnesano e Giuseppe Rollo, primario di Ortopedia del Fazzi. E la difesa si è soffermata sull’espisodio della vendita della barca ad Arnesano, ad un prezzo di favore, evidenziando che non ci sia stato alcun tentativo di compiacere il magistrato per ottenere favori giudiziari, anche perché l’episodio risale al lontano 2014.
E poi è stato chiarito il ruolo di Siciliano nella vicenda che riguarda anche il dirigente medico Giorgio Trianni e le battute di caccia, ed è stato evidenziato, come non ci sia stata alcuna condotta illecita. L’invito sarebbe avvenuto prima del sequestro della villa con piscina di Trianni.
In una serie di conversazioni intercettate dalla Procura, i tre facevano riferimento alla piscina della villa del neurologo, finita sotto sequestro e alla cui “restituzione” da parte del pm Arnesano, “venivano preordinate delle battute di caccia per poter favorire la risoluzione del problema”.
In una scorsa udienza, la Procura ha chiesto la condanna per l’ex Direttore dell’Asl Ottavio Narracci e per il dirigente medico Carlo Siciliano, nell’ambito del processo con rito abbreviato “Favori e Giustizia”. Il pm Anna Gloria Piccininni ha invocato la pena di 6 anni e 7 mesi per Siciliano e di 4 anni e 7 mesi per Narracci.
Nella giornata di domani, invece, prenderanno la parola gli avvocati Luigi Covella e Luigi Corvaglia, legali dell’ex pm Emilio Arnesano, 63enne di Carmiano, per il quale nei giorni scorsi, la Procura ha chiesto la condanna a 12 anni e 6 mesi. La sentenza per i due processi (ordinario ed abbreviato) dovrebbe essere emessa il 23 gennaio.
Le accuse a vario titolo ed in diversa misura sono: corruzione in atti giudiziari; induzione a dare o promettere utilità a pubblici ufficiali e abuso d’ufficio, rivelazione di segreti d’ufficio.
Favori a medici e dirigenti della Asl?
Emilio Arnesano sarebbe stato protagonista di svariati episodi di corruzione a favore di medici e dirigenti della Asl di Lecce, amici di Carlo Siciliano, tra cui Ottavio Narracci (direttore sanitario dell’Azienda sanitaria leccese fino al 2015 e da gennaio 2018 direttore generale della stessa). In primo luogo si sarebbe trattato di favori di carattere economico, tra cui un’imbarcazione di 12 metri venduta da Siciliano ad Arnesano a un prezzo di favore. Inoltre venivano preordinate delle battute di caccia in Basilicata, per compiacere il magistrato. Questo per far ottenere a Narracci l’assoluzione dall’accusa di peculato davanti al Tribunale di Lecce. E poi altri favori ottenuti da altri dirigenti tra cui visite mediche specalistiche per sé e per amici e familiari o la vendita di beni a prezzi irrisori.
Successivamente, nel corso del processo, il pm ha rimodulato una prima volta il capo d’imputazione principale di corruzione in atti giudiziari, incentrato sui rapporti di Emilio Arnesano con il Direttore dell’Asl Ottavio Narracci ed i dirigenti medici Carlo Siciliano e Giorgio Trianni.
Il pm ritiene, attraverso la nuova imputazione, che tra i favori ottenuti da Arnesano, attraverso Siciliano, vi sia anche quello per suo figlio. Le indagini avrebbero fatto emergere la partecipazione del magistrato, su invito del medico, a una manifestazione nel porto turistico di Brindisi, nel luglio del 2014, riguardante la premiazione della Igeco Costruzioni Spa da parte di una società nautica statunitense. In tale circostanza, Arnesano avrebbe chiesto a Siciliano di intercedere presso l’amministratore della società (nei confronti della quale dichiarava di avere in carico un fascicolo processuale) per far assumere il proprio figlio.
La Procura contesta ad Emilio Arnesano l’interessamento in un’inchiesta per lesioni, (attraverso l’intermediaione di Carlo Siciliano) in cambio di una corsia preferenziale, da parte del primario Giuseppe Rollo, per la visita specialistica di un parente.