Inchiesta Hydruntiade. Al via il processo per i fratelli Cariddi ed altri 45 imputati


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È iniziato il processo per i fratelli Cariddi, ed altri 45 imputati, dopo la maxi operazione investigativa Hydruntiade che ha provocato un terremoto giudiziario ad Otranto.

Nella mattinata di oggi, si è svolta la prima udienza, dinanzi ai giudici della seconda sezione collegiale (presidente Bianca Todaro) presso il tribunale di Lecce di viale de Pietro. I giudici hanno rinviato il processo al primo marzo del 2024. La prossima udienza, infatti, si svolgerà nell’aula bunker di Borgo San Nicola per motivi di spazio e verranno affrontate le questioni preliminari.

Sul banco degli imputati compaiono, tra gli altri, Pierpaolo Cariddi, 57enne, ex sindaco di Otranto e il fratello Luciano, 55 anni, anch’egli ex “primo cittadino”  fino al 2017. Va detto, che nel settembre scorso, il tribunale del Riesame ha revocato il divieto di dimora a Otranto per entrambi.

E poi, Giuseppe Tondo, 60enne di Otranto ed Emanuele Maggiulli, 57enne di Muro Leccese, ex dirigenti del comune idruntino e gli imprenditori: Raffaele De Santis detto Mimmo, 77 anni di Otranto; Luigi Bleve, 62 anni di Otranto; Roberto De Santis, di Maglie e Luigi De Santis, 33 anni, di Maglie.

Gli imputati potranno difendersi dalle accuse nel corso del dibattimento.

Il collegio difensivo

Sono difesi, tra gli altri dagli avvocati: Gianluca D’Oria, Alessandro Dello Russo, Michele Laforgia, Viola Messa, Pietro e Antonio Quinto, Amilcare Tana, Luigi Covella, Luigi, Arcangelo e Alberto Corvaglia, Silvio Verri, Rocco Vincenti, Giuseppe Fornari, Donato Mellone, Luigi e Roberto Rella.

Il Comune di Otranto e la Regione Puglia si sono già costituite parte civile, durante l’udienza preliminare.

Va detto che nel settembre del 2022, sono stati eseguiti ben 10 arresti, dopo l’ordinanza del gip Cinzia Vergine.

Durante le indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce e della Guardia di Finanza di Otranto, coordinati dai pubblici ministeri Elsa Valeria Mignone e Giorgia Villa, sarebbe emerso un “sistema Cariddi” per il rilascio di autorizzazioni attraverso concessioni comunali artefatte, in cambio del sostegno elettorale da parte di imprenditori.

Ora si attendono gli sviluppi del processo.