Ex bancario freddato a colpi di pistola a Lequile. Al via il processo per omicidio, dinanzi alla Corte d’Assise


Condividi su

È iniziato questa mattina, il processo a carico dei due presunti responsabili dell’omicidio dell’ex bancario Giovanni Caramuscio, freddato con due colpi di pistola, il 16 luglio del 2021, nei pressi dello sportello bancomat a Lequile.

L’udienza si è celebrata dinanzi ai giudici della Corte d’Assise (presidente Pietro Baffa, a latere Maria Francesca Mariano e giudici popolari). Erano presenti in aula, sia i due imputati (finiti dietro le sbarre) che il figlio della vittima.

La Corte, a causa dell’indisponibilità di un legale a presenziare alla prima udienza, ha aggiornato il processo al 14 aprile. In quella data, verranno affrontate le questioni preliminari e verrà formalizzata la costituzione delle parti civili.

Il collegio difensivo dovrebbe, poi, reiterare la richiesta, come atto formale, di rito abbreviato, dopo il rigetto da parte del gip. Infatti, sulla base della norma di legge dell’aprile del 2019, ritenuta poi legittima dalla Corte Costituzionale, per i reati punibili con l’ergastolo, non è possibile accedere a riti alternativi. La difesa dovrebbe però avanzare nuovamente  la richiesta, nel caso in cui nel corso del processo dovessero “cadere” le aggravanti reato di omicidio.

Sempre nella stessa udienza per accelerare i tempi del processo, verranno ascoltati i primi tre testimoni del pubblico ministero Alberto Santacatterina.

Sul banco degli imputati compaiono: Paulin Mecaj, 31enne di origini albanesi, ma residente a Lequile e Andrea Capone, 28enne originario di Tricase, ma residente a Lequile. Ricordiamo infatti che, nei mesi scorsi, il gip Laura Liguori ha emesso un decreto di giudizio immediato nei loro confronti, come richiesto dalla Procura, in virtù delle prove raccolte in fase d’indagine, che permettono di bypassare l’udienza preliminari. Entrambi rispondono dei reati di omicidio aggravato, rapina e porto abusivo di arma.

Paulin Mecaj è difeso dall’avvocato Luigi Rella (sostituito oggi in udienza dall’avvocato Cristiano Solinas). Andrea Capone è difeso dagli avvocati Raffaele Francesco De Carlo e Maria Cristina Brindisino.

I familiari di Giovanni Caramuscio, 69 anni di Monteroni -la moglie Anna Quarta ed i figli Roberta, Fabio e Stefano- sono invece assistiti dall’avvocato Stefano Pati.

Mecaj è ritenuto l’autore materiale dell’assassinio di Giovanni Caramuscio. Ricordiamo, inoltre, che i carabinieri hanno rinvenuto nella sim del suo cellulare quattro foto “sospette”, mandate ad un amico. In una di esse è ritratta una pistola conservata nella custodia. Le altre mostrano, invece, il caricatore ed i proiettili. Inoltre, è stato inviato un video che lo ritrae mentre si esercita con una pistola. Non solo, poiché nelle ore successive all’omicidio, una parente dell’uomo, ascoltata dagli inquirenti, ha dichiarato: “mentre stavo riordinando nella stanza dove dorme Paulin, ho notato che sotto il cuscino vi era una pistola di colore nero”.

Oltre a Mecaj, risponde di omicidio in concorso anche il presunto complice, Andrea Capone. Quest’ultimo sarebbe stato incastrato da una felpa e dall’esame del telefonino in uso a Mecaj, poiché sarebbe risultato che l’utenza intestata a Capone veniva ripetutamente contattata nei giorni precedenti alla rapina. I due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere nel corso dell’udienza. Il gip ha poi convalidato il fermo e confermato il carcere per entrambi. Successivamente, la difesa ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame che lo ha rigettato.

Risale al 16 luglio scorso, ore 23:00 circa, l’omicidio di Giovanni Caramuscio, ex direttore di banca ormai in pensione. L’uomo di 69 anni è stato freddato con un colpo di pistola mentre prelevava ad uno sportello del Banco di Napoli che si affaccia sulla Lequile-San Pietro in Lama davanti agli occhi increduli della moglie. Sono state le indagini condotte dai Carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo del comando provinciale e della compagnia di Lecce, a stringere il cerchio sui responsabili.