Assoluzione con formula piena per l’ex sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone al termine del processo sull'”affaire” di Via Brenta. Il collegio della seconda sezione penale (Presidente Pasquale Sansonetti, a latere Marcello Rizzo ed Annalisa De Benedictis) ha ritenuto la 74enne leccese, difesa dagli avvocati Luigi Covella e Pietro Quinto, non colpevole del reato di peculato, “perché il fatto non sussiste”.
Assoluzione con la stessa formula, anche per Massimo Buonerba, 66 anni di Lecce, ex consulente legale della Poli Bortone, difesa dagli avvocati Sabrina Conte e Vincenzo Caputi Jambrenghi del Foro di Bari; Pietro Guagnano, 75 anni di Lecce, legale rappresentante della Socoge, assistito dai legali Massimo Manfreda e Antonio De Mauro; Giuseppe Naccarelli, 46 anni di Veglie, ex dirigente del servizio finanziario del Comune di Lecce, assistito dagli avvocati Stefano De Francesco e Francesco De Iaco; Vincenzo Gallo, 59 anni originario di Taranto, funzionario della Selmabipiemme (anche per loro, il pm aveva invocato 6 anni), avvocati Giovanni Briola e Francesco Centonze del Foro di Milano. Invece, in un’udienza precedente, il pubblico ministero Maria Vallefuoco (che ha ereditato il fascicolo dall’attuale Procuratore Capo di Brindisi, dr. Antonio De Donno) ha invocato la pena di 6 anni per tutti.
Assolti “perché il fatto non sussiste”, come richiesto dal pm, anche Ennio De Leo, 66 anni, originario di San Pietro in Lama, ex assessore al Bilancio del Comune di Lecce, difeso da avvocato Giorgio Memmo; Maurizio Ricercato, 57 anni, assistito dal legale Viola Messa, e Fabio Mungai, 57 anni, di Milano, difeso dal legale Paolo Trombetti, rispettivamente amministratore delegato e dirigente della Selmabipiemme.
Non solo, poiché Naccarelli è stato assolto dal reato di falso, con formula piena.
Invece, i giudici hanno dichiarato il “non doversi procedere per intervenuta prescrizione” per il reato di abuso d’ufficio, nei confronti di tutti gli imputati.
Il Comune di Lecce, difensore Andrea Sambati, e la Selmabipiemme si erano costituiti parte civile.
Il pm Vallefuoco, nel corso della propria requisitoria dei giorni scorsi, ha sottolineato come, gli imputati “crearono un’apparenza di legalità, senza specificare i tempi, le cifre e le modalità dell’operazione”. Non solo, la Procura ha sottolineato come l’ex Sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone fosse al corrente dell’operazione.
Il primo processo
Ricordiamo che vi fu un primo processo, il 20 maggio 2013, dinanzi al giudice monocratico dr. Stefano Sernia e si concluse con la condanna di Naccarelli a tre anni (per il reato di falso) e stabilì l’interdizione dai pubblici uffici per cinque. Furono assolti dallo stesso reato, invece, Piergiorgio Solombrino, ex dirigente dell’ufficio tecnico e Roberto Brunetti, tecnico dell’ufficio Patrimonio di Palazzo Carafa.
Durante quell’udienza si assistette poi ad un colpo di scena. Il giudice evidenziò come un altro reato, quello di truffa contestato dalla pubblica accusa, non fosse configurabile, riqualificandolo in concorso in peculato. Per esso, non era competente il tribunale monocratico ma quello collegiale.
Secondo il giudice Sernia, infatti, non era possibile che Giuseppe Naccarelli, ex dirigente del servizio finanziario del Comune di Lecce, avesse agito all’insaputa dell’ex primo cittadino. Fu così istruito un nuovo processo.
L’inchiesta
La vicenda giudiziaria fa riferimento ai fatti iniziati nel 2006, quando il Comune di Lecce acquistò due immobili di Via Brenta, “trasformando” un’iniziale contratto di affitto, in uno di leasing, impegnandosi a versare un canone di due milioni e mezzo l’anno per oltre venti anni e una cifra di 14 milioni per il riscatto finale dei due immobili. Secondo l’accusa, quella operazione fu chiusa a un prezzo superiore rispetto a quello di mercato, a tutto vantaggio del costruttore edile Pietro Guagnano, titolare della Socoge (dalle indagini risulterebbe che egli si trovasse in condizioni economiche precarie) e del venditore, la finanziaria milanese Selma Bipiemme.
Il burattinaio della vicenda sarebbe stato Buonerba, con il beneplacito dell’ex primo cittadino di Lecce, Adriana Poli Bortone. Il danno subito dal Comune di Lecce per questa operazione sarebbe stato di tre milioni e 401mila euro.