La Procura chiude l'inchiesta sul progetto di un Resort al posto di un vecchio albergo sul lungomare di San Cataldo e otto persone risultano indagate.
Si tratta dei consiglieri comunali: Roberto Martella, 62 anni di Lecce e Rocco Ciardo, 46 anni; Luigi Maniglio, 66enne di Lecce, dirigente dell'Ufficio Tecnico; Riccardo Loiacono, 53 anni di Surbo, responsabile del procedimento per il permesso di costruire; Valentina Battaglini, 49enne leccese, funzionaria della Regione; l'architetto e progettista Paolo Caputo, 67 anni originario di Battipaglia; Luciano Ostuni 56 anni di Lecce, nelle vesti di consulente urbanistico; Maria Domenica Fauzzi, 78 anni di Lecce, amministratrice della società che si è occupata del progetto. Martella, Ciardo, Loiacono,Caputo, Ostuni e Fauzzi rispondono del reato di falso, mentre Battaglini e Maniglio sono accusati di abuso d'ufficio. Gli otto indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Andrea Sambati, Marcello Petrelli, Luigi Rella, Massimo Manfreda, Fritz Massa, Pierluigi Portaluri. Adesso, potranno entro il termine di 20 giorni, presentare memorie difensive o essere interrogati. Successivamente il pm, stabilirà se richiedere il rinvio a giudizio o archiviare il procedimento.
Le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Antonio De Donno e condotte dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria. Fondamentale, ai fini investigativi, la consulenza dell’ingegnere Pier Paolo Fiorentino. L'inchiesta intendeva fare chiarezza sul progetto dell'Aparhotel al posto del vecchio Hotel Bellavista, davanti alla pineta dell’“Ostello della Gioventù”.
Erano previste 40 camere con cucina per un totale di 120 posti letto, un ristorante ed una piscina.
Gli inquirenti, però contestano alcune violazioni di carattere urbanistico. Soprattutto, sarebbe stato, falsamente attestato, secondo la Procura, che il Resort avrebbe avuto la stessa volumetria del vecchio Hotel.
Le indagini presero avvio da una presunta falsa delega in commissione consiliare urbanistica al consigliere comunale Martella che espresse il voto del collega Rocco Ciardo. Il pm ipotizzò un tentativo di superare eventuali ostacoli costituti dal piano regolatore per San Cataldo. Il problema cruciale era rappresentato dai parcheggi, che non era possibile realizzare all'interno della struttura per mancanza di spazio. Per aggirare l'ostacolo, il progetto intendeva crearli all'entrata di San Cataldo, nonostante la presenza sul lungomare di parcheggi pubblici.