Assunte in un night per intrattenere i clienti non solo ballando, ma anche "offendo" il proprio corpo nel privé? La sentenza del Tribunale scagiona i sette imputati, nell'inchiesta risalente a dieci anni fa, sul presunto giro di prostituzione in un locale notturnodi Alezio.
Il collegio della seconda sezione penale ha assolto con formula piena, perché “il fatto non sussiste”: Francesco Sunna, 65 anni, gestore del night, che avrebbe direttamente assunto le ragazze costringendole a prostituirsi; sua moglie Maria Antonietta Rizzo, 61 e la nipote Alessandra Mosca, 41, cassiera di Alezio. Queste si sarebbero occupate del compenso delle presunte ballerine/prostitute.
E poi Raffaele Dimo, 57, ritenuto il "reclutatore" attraverso internet delle ragazze di nazionalità italiana e straniera, le cui foto venivano inserite in apposito catalogo ( anch'egli di Alezio); Tiziano Leopizzi, 33, addetto alla sicurezza, di Alezio; Daniele Tommaso Calò, 41 anni, e Carmelo Salvatore Crusafio, 40, entrambi di Matino e addetti alla sicurezza.
Questi ultimi tre, avrebbero invece monitorato il comportamento delle ragazze, evitando anche con le maniere forti che qualcuna si ribellasse.
Gli imputati rispondevano dei reati di associazione a delinquere dedita al reclutamento e allo sfruttamento della prostituzione. A Sunna era contestato anche il reato di violenza sessuale, in merito ad un episodio avvenuto la notte tra il 5 e il 6 maggio del 2006. Già il pubblico ministero Maria Vallefuoco ha invocato l'assoluzione per tutti gli imputati. Questi sono difesi dagli avvocati Amilcare Tana, Americo Barba, Vincenzo Venneri, Luigi Pastore, Luigi Covella e Donata Perrone.