Rispondono a tutte le domande del giudice il direttore delle poste ed il nipote della vittima, accusati di un maxi raggiro ai danni di un 97enne.
Innanzi al gip Vincenzo Brancato si è tenuto l'interrogatorio di garanzia di Pierluigi Porpora, 61anni, a capo dell'ufficio postale di Santa Rosa in via Archita da Taranto. Assistito dagli avvocati Alberto Erroi e Luigi Covella, ha chiarito la propria posizione, respingendo gli addebiti. Anche De Gennaro, 43 anni di Lecce, difeso da Carlo Sariconi e Giancarlo Dei Lazzaretti ha negato di aver falsificato la firma. Inoltre, ha dichiarato di avere acquistato una costosa vettura con i soldi derivanti dalla propria attività imprenditoriale.
Ricordiamo che i due indagati sono tornati ai domiciliari, nelle scorse ore. Il gip Vincenzo Brancato ha accolto la seconda richiesta di arresto del pubblico ministero Giovanni Gagliotta, per un altro episodio "sospetto".
Entrambi rispondono dell'accusa di falso ideologico e furto aggravato. Nei giorni scorsi, invece, il Tribunale del Riesame aveva accolto l'istanza dei loro legali. Venne annullato un primo provvedimento del gip e i due indagati erano tornati in libertà.
Il gip, nelle nove pagine della successiva ordinanza, sottolinea che "ricorrono le esigenze cautelari, ove si considerino la gravità di condotte poste in essere nei confronti di persona in stato di minorata difesa, l'ingente quantità di denaro alla medesima sottratta, l'abuso, da parte del Porpora del proprio ufficio , la reiterazione del comportamento delittuoso, già posto in essere con le medesime modalità nei confronti di…., la falsità delle dichiarazioni rese dai due indagati dopo l'esecuzione della prima ordinanza".
Secondo l'accusa, Porpora avrebbe aiutato De Gennaro a svuotare il conto di un 97enne (marito dell'altra vittima di raggiro), per complessivi 82.600 euro lasciandolo con appena 67 euro. In che modo? Grazie ad un'attestazione di prelievo di denaro con la falsa firma dell'anziano. Dunque, tale sostanziosa cifra veniva prelevata dal libretto postale e poi stornata su quello di De Gennaro. I "movimenti" sarebbero avvenuti nell'arco di tre mesi, a partire dal 6 febbraio 2015.
Determinanti per la ricostruzione dei fatti, le dichiarazioni di un'operatrice dell'ufficio postale ascoltata "a sommarie informazioni". Inoltre, è stato accertato dagli inquirenti che il 6 febbraio scorso, la vittima del presunto raggiro si trovava presso una casa di riposo, dalla quale non si sarebbe mai mosso.
L'indagine è partita dalla denuncia dei fratelli di un'anziana signora che, lo scorso luglio, si erano presentati dai carabinieri di Cellino San Marco, per riferire del prelievi sospetti dal conto della donna, deceduta nel novembre dell'anno precedente.