Si sono presentati a Borgo San Nicola, i carabinieri della stazione di Ugento, per notificare a Tsvetan Tsetanov, un 40enne bulgaro, un’ordinanza di custodia cautelare. L’uomo, volto già noto alle forze dell’ordine, era già ‘ospite’ della Casa Circondariale di Lecce per altri fatti che nulla hanno a che vedere con l’accusa di violenza sessuale, sequestro di persona e rapina ‘contestati’ in questo caso.
Per capire come si sia giunti a quest’epilogo tocca fare un passo indietro di due anni e tornare a luglio del 2013 quando un uomo – suo connazionale – denunciò di essere stato vittima di una rapina mentre si trovava a Torre San Giovanni, nella nota marina di Ugento. Il bulgaro, all'epoca 23enne, raccontò in lacrime ai Carabinieri di essere stato avvicinato da tre malfattori che, dopo averlo pestato, riuscirono a farsi consegnare oltre al denaro, qualche centinaia di euro, anche tre telefoni cellulari. L’incubo per la vittima non finì accondiscendendo alle richieste dei suoi rapinatori. I tre, infatti, prelevarono con la forza e contro la propria volontà anche la giovane moglie incinta che in quel momento si trovava con lui. Dopo averla minacciata e picchiata, la donna al quinto mese di gravidanza fu condotta a Brindisi dove, nelle loro intenzioni, avrebbe dovuto prostituirsi.
Le indagini, avviate fin da subito, si conclusero poco dopo con la cattura di due persone, un uomo e una donna. Il terzo ‘complice’ riuscì però a fuggire. Ma l’inchiesta non si è mai fermata, almeno fino ad oggi quando i militari sono riusciti a chiudere finalmente il cerchio e risalire all’identità del terzo uomo, Tsetanov appunto: motivo per cui gli hanno notificato in carcere dove si trovava l’ordinanza di custodia cautelare.