Molestie e rapporti sessuali anche completi con la figlia del suo amico, da quando aveva otto anni. Sull’ennesima terribile vicenda di abusi su minori è stata scritta la parola fine sul piano giudiziario (almeno in primo grado) con la condanna a 15 anni per A.C., queste le sue iniziali, un 68enne residente a Tricase, per i reati di violenza sessuale aggravata dall'età della vittima, inferiore ai 14 anni.
La Seconda sezione di Lecce (Presidente Roberto Tanisi, a latere Maria Pia Verderosa e Silvia Saracino) ha anche disposto la condanna a 3 anni – in continuazione con una precedente a 21 anni,- per L.S. di Alessano, suo complice e protagonista, in un episodio, di un rapporto sessuale con la minore.
Inoltre, il 68enne tricasino, secondo quanto deciso dalla Corte, dovrà corrispondere una provvisionale di 100 mila euro nei confronti della vittima che si è costituita parte civile, con l'avvocato Anna Grazia Maraschio e per lei il risarcimento del danno sarà quantificato in separata sede. Infine, i giudici hanno disposto per l'uomo l'allontanamento perpetuo dai luoghi frequentati da minori e dai pubblici uffici.
In precedenza il pubblico ministero Carmen Ruggiero aveva invocato una condanna a 14 anni per il 68enne di Tricase e di 8 anni il suo complice, vicino di casa della bambina. Il 68enne è difeso dall'avvocato Luigi Suez.
Secondo l'accusa, il tricasino si sarebbe macchiato di ben tre gravi episodi di violenza sessuale, dal 2004 fino all'agosto del 2005, nei confronti della minore. La bambina, infatti, fin dall'età di 8 anni avrebbe subito abusi sessuali, da parte del padre e dei suoi amici. In un caso avrebbe "coperto" L.S.
Posizionato fuori dalla cantina del padre della ragazzina, A.C. avrebbe fatto "da guardia" al suo amico mentre questi si congiungeva "carnalmente" con la bambina.
Successivamente, invece, A.C. avrebbe "direttamente" abusato della minore. Alcune volte, recandosi presso la casa del suo amico, si sarebbe "limitato" a palpeggiare la figlia. In un'occasione però avrebbe condotto la bambina, presso una casa nella sua disponibilità a Gemini (frazione di Ugento); dopo averla spogliata, avrebbe cercato di avere un rapporto sessuale con lei (in seguito ad un accordo telefonico con suo padre).
Il "tentativo" sarebbe stato interrotto dalla moglie che avrebbe accompagnato la bambina a casa sua e parlato con la madre (pare sia sorto un alterco tra le due donne). Infine, l'episodio più grave, dopo essersi recato presso l'abitazione del suo amico L.S., a cui aveva in un occasione fatto "da guardia"; sempre, previo accordo con il padre, A.C. avrebbe avuto un rapporto completo con la ragazzina.
Ricordiamo che il processo conclusosi oggi è lo stralcio di quello principale. Con sentenza definitiva del 2011 emessa dalla Cassazione, sono stati condannati: il padre della ragazza e lo stesso L.S. a 21 anni, mentre la madre a 18 anni. Infatti, secondo l'accusa, i genitori avrebbero "offerto " le figlie a dei conoscenti per sanare i debiti di gioco, per averne in cambio vino e sigarette.
La vicenda venne alla luce, dopo che alcuni insegnanti della ragazzina notarono strani comportamenti a scuola. Successivamente, fu condotta presso una Comunità di Ugento e cominciò a raccontare i terribili episodi di violenza sessuale. Da lì, parti la denuncia dei responsabili del Centro alla Procura di Lecce che avviarono le indagini, condotte dai carabinieri della Compagnia di Casarano.