Non sarebbero emersi gravi indizi di colpevolezza e dopo l'istanza del pm si va verso l'archiviazione del procedimento. Difatti, nei prossimi giorni il gip Antonia Martalò dovrebbe porre la parola fine, almeno sul piano giudiziario, a questo scandalo sessuale in famiglia che vede protagonista la zia ed il nipote. Dunque, dopo che il pubblico ministero Maria Vallefuoco ha presentato nelle settimane scorse la seconda richiesta di archiviazione, il giudice delle indagini preliminari dovrebbe emettere il decreto d'archiviazione de plano, quindi senza alcun tipo di contraddittorio. Sarebbero, infatti, scaduti i termini per la presentazione di opposizione all'archiviazione della difesa per la presunta parte offesa, che ha ritenuto opportuno non chiedere al pm di procedere ad ulteriori indagini indagini.
Ricordiamo che l’inchiesta ebbe inizio a febbraio 2015, con la denuncia presentata in caserma dai genitori del ragazzo. La storia d'amore tra zia e nipote, da quanto emergerebbe in sede di denuncia, sarebbe andata avanti per mesi. Iniziata alla fine dell’estate del 2014, si sarebbe interrotta alla metà di febbraio, quando il marito della 30enne scoprì i messaggi sul cellulare della moglie. Durante le indagini, si è tenuto l'incidente probatorio del 18enne che avrebbe intrecciato per mesi una relazione con la zia, di oltre dieci anni più grande, in un Comune nell'hinterland di Gallipoli. Secondo il difensore della parte offesa, l'avvocato Fabrizio Ferilli, il giovane avrebbe avuto rapporti sessuali con la zia sotto continue minacce. Il legale aveva avanzato una prima richiesta di opposizione all'archiviazione della Procura; quest'ultima sosteneva come i rapporti sessuali (se effettivamente consumatisi) dovevano ritenersi assolutamente consenzienti.
Il legale aveva anche prodotto una perizia di parte redatta da uno psicologo-psicoterapeuta (sarebbero emersi i disagi morali e psicologici del giovane per quella relazione avuta con la zia, molto più grande d'età); il gip Martalò aveva accolto l'istanza suddetta, disponendo l'ascolto protetto del 18enne. Al termine dell'incidente probatorio, era stato nominato un consulente per valutare se le dichiarazioni del ragazzo fossero da ritenere attendibili. Il giovane avrebbe confermato di avere ceduto alle avances della zia, e continuato ad avere rapporti sessuali con lei, perché minacciato dalla stessa di raccontare tutto ai genitori.
In base a quanto sostenuto dal difensore della donna, l'avvocato Biagio Palamà, egli sarebbe caduto in contraddizione di fronte ad alcune domande. Ciò, secondo la difesa, a dimostrazione del fatto che era il giovane a fare le "proposte", finendo addirittura ad innamorarsi di lei.
A proposito di questo ultimo punto, il giudice gli avrebbe posto una domanda di "conferma" riguardo un messaggio da lui inviato alla zia, in cui ci sarebbe stato scritto "mi manchi, ti amo". Il 18enne avrebbe confermato di averlo mandato, perché sapeva che il marito di lei (lo zio) controllava il telefono e voleva dunque che quest'ultimo venisse a conoscenza del rapporto zia- nipote, per troncare la relazione. Il giovane, però, avrebbe anche negato, nel momento in cui lo zio si sarebbe presentato infuriato da lui per chiedere spiegazioni, di avere subito alcuna violenza dalla donna.
Il consulente della Procura, in ogni caso, all'esito della consulenza ha ritenuto che non ci fosse stata una "coercizione" da parte della zia sul nipote.