“Un diffuso malcostume contrassegnato dall’asservimento della funzione pubblica nei confronti di alcuni cittadini….che possono vantare “entrature” o come nel caso di Ruggeri, esercitare un’influenza di natura politica”.
È uno dei passaggi chiave dell’ordinanza, a firma del presidente-estensore Carlo Cazzella, con cui il Riesame ha rigettato il ricorso del sindaco Pierpaolo Cariddi (sospeso dalla Prefettura dopo l’inchiesta Re Artù).
Il collegio, al termine dell’udienza dello scorso luglio, aveva confermato il divieto di dimora per il sindaco di Otranto che rispondeva dell’accusa di falso riguardo il ripristino dell’arenile del lido Atlantis, lo stabilimento balneare di Totò Ruggeri (formalmente amministrato da un’altra persona) in località Porto Craulo. Nelle 21 pagine di motivazioni del provvedimento, il giudice sottolinea che: “Alcuna indulgenza può essere riconosciuta al sindaco e ai dirigenti del Comune di Otranto che hanno assecondato le pretese di Ruggeri…a maggior ragione in un periodo in cui i rapporti del cittadino con la pubblica amministrazione, a causa dell’emergenza sanitaria, erano divenuti ancor più rarefatti”.
E aggiunge il presidente-estensore: “Salvatore Ruggeri ha sfruttato spavaldamente la sua carica istituzionale ..per ottenere ad ogni costo dagli enti competenti le autorizzazioni necessarie a realizzare gli interventi di allargamento dell’arenile del proprio stabilimento balneare, ad evidente scopo di lucro”.
Ed in relazione alle esigenze cautelari, il giudice Cazzella ha accolto la valutazione del gip Simona Panzera, che ha firmato l’ordinanza di applicazione della misura del divieto di dimora nel Comune di Otranto per Cariddi, per il concreto ed attuale pericolo di reiterazione del reato.
La difesa, in sede di Riesame, ha sottolineato che non c’è stato alcun favoritismo. Non solo, poiché secondo i legali, le intercettazioni non sono utilizzabili perché prive di connessione con la causa madre in cui sono state disposte.
Gli avvocati Gianluca D’Oria e Mauro Finocchito, dopo il deposito delle motivazioni, potranno presentare ricorso in Cassazione.
Nell’inchiesta, coordinata dal pm Alessandro Prontera, gli indagati Cariddi, Pendinelli, Ruggeri e Maggiulli rispondono dell’accusa di falso in concorso, in merito alla nota del luglio 2020, inviata al servizio Demanio della Regione Puglia, con cui si chiedeva la posticipazione dei termini per la pulizia degli arenili, a causa del covid.
Ricordiamo che il Riesame, ha inoltre rigettato il ricorso per il sindaco di Scorrano ed ex consigliere regionale, Mario Pendinelli, raggiunto dall’obbligo di dimora e assistito dagli avvocati Corrado Sammarruco e Antonio Mariano. Il Tribunale della Libertà ha, invece, parzialmente accolto il ricorso per il responsabile dell’area tecnica del Comune di Otranto, Emanuele Maggiulli, ristretto ai domiciliari e assistito dall’avvocato Antonio Quinto.
I giudici hanno attenuato la misura, disponendo il divieto di dimora. E nelle scorse ore, è stato rigettato l’appello di Salvatore Ruggeri, difeso dagli avvocati Salvatore Corrado e Giuseppe Fornari.
Intanto prosegue l’inchiesta che ha portato, nella mattinata di lunedì, ad un vero terremoto giudiziario con l’arresto in carcere del sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi e del fratello Luciano, “primo cittadino” fino al 2017. La Procura parla di un “sistema Cariddi” per il rilascio di autorizzazioni e per affidamenti di lavori, anche attraverso concessioni comunali artefatte, in cambio del sostegno elettorale da parte di imprenditori amici.