Palpeggiamenti su giovane allieva, durante una visita? Psicologo rimane agli arresti domiciliari


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Resta ai domiciliari, lo psicologo arrestato a febbraio con l’accusa di avere molestato una giovane allieva.
Il Tribunale del Riesame (Presidente Carlo Cazzella, a latere Anna Paola Capano e Pia Verderosa) ha rigettato il ricorso della difesa. L’avvocato Luigi Suez, difensore di L. P., 65 anni di Diso, aveva presentato Appello e chiesto la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari.

L’udienza si è svolta in modalità “da remoto” a causa dell’emergenza sanitaria da covid-19. Difatti, il legale ha depositato una corposa memoria, basata su di un’articolata indagine difensiva. Nel documento, si fa riferimento alla perizia di parte redatta da un noto criminologo, sui test attitudinali compilati dalla presunta vittima di molestie sessuali, dopo l’episodio denunciato. E dall’esame degli stessi, non emergerebbe alcun trauma e ciò comproverebbe la sua inattendibilità.
L’avvocato Suez, una volta depositate le motivazioni del provvedimento del Riesame, presenterà ricorso in Cassazione.

La richiesta di abbreviato “condizionato”

Nel frattempo, è fissata per il 10 giugno prossimo, l’udienza dinanzi al gup Simona Panzera, dopo la richiesta di rito abbreviato condizionato ad un’indagine difensiva.
In precedenza, il giudice aveva emesso un decreto di giudizio immediato verso L.P., stabilendo la data d’inizio del processo ordinario.
La difesa ha invece optato per un rito alternativo e ha anche chiesto la revoca della misura dei domiciliari sulla scorta delle suddette indagini difensive. Il gip ha rigettato l’istanza, finita successivamente dinanzi al Riesame. L’arresto e l’interrogatorio di garanzia

Ricordiamo che L.P. , l’8 febbraio scorso, è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari a firma del gip Marcello Rizzo, eseguita dagli uomini della Squadra Mobile di Lecce e richiesta dal sostituto procuratore Giovanna Cannarile, con l’accusa di violenza sessuale.

L’interrogatorio di garanzia

Durante l’interrogatorio di garanzia, l’indagato, assistito dall’avvocato Suez, in circa un’ora di ascolto, ha negato di avere molestato la giovane allieva. L’uomo ha ricostruito i fatti, dicendo che non conosceva la ragazza prima di quella visita avvenuta a Maglie nel primo pomeriggio del luglio scorso, presso l’ambulatorio di una struttura pubblica e finalizzata alla preparazione dei test psicoattitudinali del concorso in polizia. Lei era molto tesa e lui le avrebbe consigliato il training autogeno, facendola stendere sul lettino. Dunque, una tecnica di rilassamento che prevede anche l’uso delle mani. Successivamente, si sarebbero anche spostati in un’altra stanza per fare il suddetto test, in circa due ore.

Invece, secondo la presunta vittima, durante la visita ambulatoriale, lo psicologo l’avrebbe molestata, prima baciandola sulle mani per poi allungare le sue mani sul seno e sulle parti intime. La ragazza, sostiene poi che colta di sorpresa al momento dei fatti, si sarebbe messa a piangere e gridare.