Dovranno aspettare ancora i lavoratori dello Scalo ferroviario di Surbo per avere delle risposte concrete. Il futuro di questi sette dipendenti che, per dieci anni, si sono occupati della manutenzione delle carrozze passeggeri e dei treni per conto di Trenitalia, è appeso ad un filo. L’unico spiraglio che finora gli è stato proposto è quello di un trasferimento al nord, ad oltre mille chilometri da casa, così come indicato in una missiva che gli è stata recapitata il 31 dicembre. Ma i dipendenti non ci stanno a lasciare il posto in cui sono cresciuti e si sono formati, per accettare un altro incarico a Torino dove si dovrebbero occupare, tra l’altro, del trasporto su gomma.
Anche l’incontro previsto oggi in Prefettura, in cui si sarebbe dovuto discutere del loro destino, si è concluso con un nulla di fatto. L’azienda, proveniente da Salerno, che ha vinto la nuova gara d’appalto, ha fatto sapere di essere impossibilitata a presentarsi e i sette lavoratori sono dovuti tornare davanti ai cancelli dello stabilimento, dove hanno ripreso la loro protesta che dura ormai da giorni.
Intanto, ieri sera, una delegazione di Lecce Bene Comune ha fatto visita a questi sette lavoratori che continuano a convivere con l’incubo del licenziamento per manifestargli tutto il loro sostegno.
«Siamo al fianco dei lavoratori che difendono con forza e dignità il proprio lavoro – si legge nel comunicato stampa giunto in redazione – con la convinzione che qui come altrove sia da mettere in discussione alla radice il modello economico, di stampo liberista, che le destre e certa pseudosinistra occidentale stanno imponendo al Paese e all’Europa, giocando sfacciatamente a dadi sulla vita delle persone. Con l’auspicio di forte soddisfazione per la specifica battaglia in questione, il lavoro e la sorte dei lavoratori in generale»