Scandalo in Vaticano su operazioni finanziarie sospette. A processo anche monsignor Mauro Carlino


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Dovrà affrontare il processo anche monsignor Mauro Carlino, di origini salentine, assieme ad altre 9 persone, nell’ambito dello scandalo scoppiato in Vaticano su alcune operazioni finanziarie sospette fra Roma e Londra. Il 45enne originario di Lecce è stato capo dell’ufficio informazione e documentazione del Vaticano e segretario dell’ormai ex cardinale Angelo Becciu, anche lui sotto processo. La prima udienza è fissata per il 27 luglio, a seguito della citazione a giudizio, disposta dal Presidente del Tribunale Vaticano. Nello specifico, Carlino è imputato per estorsione in concorso, con altri imputati tra cui, il broker, Gianlugi Torzi. Quest’ultimo, “incutendo timore di gravi danni agli averi della Segreteria di Stato”, avrebbe costretto a seguito di una lunga trattativa con vari emissari della stessa Segreteria (tra cui Carlino) a richiedere di farsi mettere a disposizione gli importi di 10 milioni di euro e di 5 milioni di euro, giustificati con due fatture di operazioni finanziarie inesistenti. Non solo, poiché Carlino secondo l’accusa, risponde di abuso di ufficio. Egli, sempre in concorso, avrebbe abusato dei suoi poteri “per far ottenere un indebito vantaggio a Gianluigi Torzi, dopo aver avuto notizia dell’esistenza di un’operazione che per natura complessità, rilevanza dell’importo e tipologia dei soggetti coinvolti, doveva considerarsi sospetta”. Non solo, poichè gli imputati “omettevano di denunciare il tentativo, prima e la consumazione, poi, dell’estorsione commessa da Torzi”. Monsignor Carlino, difeso dall’avvocato Salvino Mondello del Foro di Roma, potrà dimostrare l’estraneità alle accuse nel corso del processo.

Per arrivare a rinviare a giudizio i 10 imputati è stato necessario avere lok di Papa Francesco, sulla base di una nuova normativa introdotta proprio da lui. Lo scandalo vaticano è iniziato dall’acquisto gonfiato di un immobile a Sloane Avenue a Londra. Secondo gli inquirenti, “è stata realizzata dai gestori del fondo per le elemosine una consistente rivalutazione contabile dell’edificio”.

I rinvii a giudizio sono stati decisi dal presidente del Tribunale Vaticano, Giuseppe Pignatone, su richiesta dei pm del Papa, Gian Piero Milano, Alessandro Diddi e Gianluca Perone. Nellambito del procedimento la Segreteria di Stato del Vaticano, individuata nellinchiesta come “persona offesa” insieme allIstituto per le Opere di Religione (Ior), si costituirà parte civile e sarà rappresentata dallex ministro della Giustizia, Paola Severino.

 «Le indagini, avviate nel luglio 2019 su denuncia dellIstituto per le Opere di Religione e dellUfficio del Revisore Generale, hanno visto piena sinergia tra lUfficio del Promotore e la sezione di Polizia giudiziaria del Corpo della Gendarmeria – spiega un comunicato della Sala stampa della Santa Sede -. Le attività istruttorie sono state compiute altresì in stretta e proficua collaborazione con la Procura di Roma ed il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Roma. Apprezzabile anche la cooperazione con le Procure di Milano, Bari, Trento, Cagliari e Sassari e le rispettive sezioni di polizia giudiziaria».