Si sono conclusi i seminari informativi organizzati dalla Procura della Repubblica di Lecce e dal Comando Provinciale dei Carabinieri e coordinati dal Procuratore Aggiunto, Elsa Valeria Mignone e svolti dai magistrati del pool “Fasce deboli”, destinati al personale dell’Arma in servizio in provincia e che hanno avuto per oggetto l’approfondimento degli aspetti normativi e procedurali in occasione della commissione di reati in danno delle cosiddette “vittime vulnerabili”.
Gli incontri hanno esaminato vari aspetti del fenomeno delle “vittime”, spesso connessi a fenomeni sociali recepiti piuttosto di recente nel dall’Ordinamento Giudiziario, quali la violenza di genere e la violenza domestica.
La violenza di genere
La violenza di genere è la «violenza diretta contro una persona a causa della sua natura, della sua identità o della sua espressione o che colpisce in modo sproporzionato le persone di una particolare categoria», capace, in quanto tale, di cagionare un danno fisico, sessuale, emotivo, psicologico o una perdita economica alla vittima. Questa si sostanzia in «una forma di discriminazione e una violazione delle libertà fondamentali della vittima e comprende la violenza nelle relazioni strette, la violenza sessuale (compresi lo stupro, l’aggressione sessuale e le molestie sessuali), la tratta di esseri umani, la schiavitù e varie forme di pratiche dannose, quali i matrimoni forzati, la mutilazione genitale femminile e i cosiddetti “reati d’onore”».
Il legislatore ha dovuto introdurre nuove norme a tutela delle vittime di questi reati che, spesso, hanno registrato epiloghi davvero tragici, come nel caso degli atti persecutori ripetuti nel tempo, meglio noti come “stalking”.
La normativa
Negli anni sono state emanate varie norme a tutela delle vittime in condizione di particolare vulnerabilità. Oggi, infatti la legge tutela le parti deboli, prevedendo che, la parte più difficile da affrontare, ovvero la narrazione degli eventi, avvenga in forma protetta alla presenza di specialisti; le dichiarazioni così acquisite hanno carattere di irripetibilità e non costringono la vittima a continue riproposizioni della vicenda facendole rivivere il grave trauma subito. Altra novità introdotta di recente sono i centri antiviolenza ed il numero di emergenza 1522 che sul territorio nazionale forniscono un valido ed efficace supporto alle vittime.
Lo scopo dei seminari
La finalità degli incontri è stata quella di formare ulteriormente i carabinieri, che sono spesso i primi a relazionarsi con le vittime, all’uso corretto degli strumenti normativi posti a loro disposizione dal legislatore per metterli nelle condizioni di affrontare al meglio questo tipo di indagini, molto delicate, per ricercare l’autore o gli autori e dare contestualmente un supporto morale alla vittima.
La Polizia Giudiziaria, nel contrasto ai reati in generale costituisce una parte fondamentale poiché da l’input al procedimento penale tramite l’acquisizione della notitia criminis. Il ruolo che riveste è ancor più delicato se si tratta, appunto, di reati di genere poiché il suo operato segna anche l’attività di futura acquisizione delle fonti di prova o di applicazione di misure pre-cautelari, fasi determinanti sempre in virtù di quella particolare vulnerabilità delle vittime protagoniste di tali reati.
L’Arma dei Carabinieri già da tempo si è adoperata in tal senso costituendo in seno al Raggruppamento investigazioni scientifiche di Roma (Racis) il Reparto analisi criminologiche che è organo di supporto per gli operatori territoriali che dovessero aver bisogno di una completa e più esaustiva valutazione delle iniziative investigative da assumere anche in favore delle vittime dei singoli casi.
Presso i nuclei investigativi dei comandi provinciali, poi, esistono figure professionali appositamente formate presso l’istituto superiore di tecniche investigative della “Benemerita” di Velletri in provincia di Roma che, tra i numerosi corsi qualificanti per gli investigatori, si occupa anche di formare militari che possano intervenire nei casi più delicati e particolari e per i quali la “normale” formazione dell’operatore di polizia potrebbe non essere sufficiente alla risoluzione dei singoli casi; tali moduli addestrativi vengono poi costantemente integrati con un supporto qualificato e “diretto” in favore di chi opera giornalmente sul territorio.

Nel corso degli incontri, tenuti a partire da ottobre del 2018 presso le sedi dei singoli Comandi di Compagnia (Lecce, Gallipoli, Campi Salentina, Casarano, Maglie e Tricase), il Procuratore Aggiunto è stata affiancata anche dai sostituti procuratori Stefania Mininni, Maria Rosaria Micucci, Luigi Mastroniani, Giovanna Canarile e Donatella Palumbo, oltre che da rappresentati dei centri anti violenza del territorio; alla formazione hanno preso parte un gran numero di carabinieri di ogni ordine e grado che operano quotidianamente sul territorio della provincia.