La Procura vuole vederci chiaro sui lavori di contenimento dei crolli, nel tratto di costa "Arenosa". La dr.ssa Elsa Valeria Mignone, questa mattina ha voluto verificare l'attuale "stato dei luoghi" nella località della Marina di Diso, interessata da un sequestro probatorio.
Nell'aprile scorso, i finanzieri della Tenenza di Tricase ed i militari della Capitaneria di Porto di Gallipoli hanno notificato il decreto. L'ipotesi di reato contestato, a vario titolo ed in diversa misura agli indagati è di deturpamento delle bellezze naturali ed abuso d'ufficio.
L'avviso, a firma del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e del sostituto procuratore Roberta Licci, venne recapitato il 19 aprile scorso a Vito Antonio Morello, 48 anni, legale rappresentante della omonima impresa aggiudicataria dell'appalto dei lavori; Primo Stasi, 59 anni, di Lecce, legale rappresentante della Etacons, progettista e direttore dei lavori; Cosimo Minonne, 40 anni, di Diso, componente della direzione lavori.
Trattandosi di un sequestro probatorio, gli inquirenti in questi mesi di indagini, stanno verificando la sussistenza delle suddette ipotesi di reato. Il sopralluogo odierno , in località Arenosa , tra Otranto e Santa Maria di Leuca, (così chiamata per via della formazione di banchi di sabbia fra gli scogli), si è svolto alla presenza del procuratore aggiunto Mignone e degli uomini dell'Autorità di Bacino. Esso è servito soprattutto a far luce sul presunto reato ambientale.
I "Lavori di difesa e consolidamento del tratto di costa in località Arenosa", erano idonei a contenere l'erosione? Questo il principale punto di domanda sul quale si è interrogato anche il geologo Paolo Sansò, presente quest'oggi, nelle vesti di consulente della procura, ed incaricato dei necessari rilievi sul costone roccioso.
L'altro consulente è invece, il biologo marino Fernando Boero. Quest'ultimo si sta occupando più specificatamente dello stato del fondale marino, al fine di verificare l'impatto dei lavori su di esso.
Ricordiamo che il primo sopralluogo effettuato dei finanzieri di Tricase nei mesi scorsi, ha svelato la presenza di una piattaforma con la gru, che spostava alcuni massi dalla scogliera per posizionarli nel mare. Successivamente, attraverso il sequestro probatorio, è stata bloccata la creazione di una piattaforma. Questa si dovrebbe estendere per 11 metri dalla costa verso il mare, per 155 metri parallelamente alla stessa; è alta un metro e mezzo e prevede l'impiego di quasi 25mila tonnellate di massi. Il mastodontico progetto porterebbe alla copertura di calette e insenature e rientranze di questo suggestivo tratto di costa.
Il sequestro probatorio servirà ora a stabilire, se sia stato seguito correttamente tutto l'iter delle autorizzazioni, anche dal punto di vista amministrativo. I finanzieri si recarono infatti in Comune per acquisire tutta la documentazione del suddetto progetto.