Era finito sotto processo e poi assolto per maltrattamenti in famiglia, ma adesso dovrà difendersi dall’accusa di violenza sessuale e sequestro di persona nei confronti della suocera.
Il gup Edoardo D’Ambrosio, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio un 32enne di Aradeo. Dovra presentarsi il 6 giugno dinanzi ai giudici della prima sezione collegiale. L’imputato è assistito dall’avvocato Lorenzo Rizzello. La presunta vittima si è costituita parte civile con il legale Annamaria Congedo.
Sarebbero contestati all’imputato alcuni episodi di violenza tra cui palpeggiamenti e molestie, all’interno delle mura domestiche, nei confronti della madre della convivente.
In particolare, fino ad agosto del 2017, secondo il pm Carmen Ruggiero, avrebbe costretto la suocera a subire palpeggiamenti e molestie sessuali. In che modo? Minacciandola di morte e percuotendola con calci e pugni ed addirittura afferrandola violentemente per la gola. Non solo, il 32enne avrebbe cercato di “ottenere” rapporti sessuali completi, nonostante il rifiuto della donna.
Inoltre, nel settembre dello stesso anno, l‘uomo avrebbe chiuso a chiave la suocera in una stanza, al pianterreno dell’abitazione, per circa due ore.
Il primo processo
Nel primo processo, celebratosi nei mesi scorsi dinanzi al giudice monocratico Maddalena Torelli, il 32enne venne ritenuto “non colpevole” dei reati di lesioni personali e maltrattamenti verso la convivente, la suocera ed il fratello di quest’ultima. L’uomo fu condannato ad 1 anno e 3 mesi soltanto per resistenza a pubblico ufficiale.
Il pubblico ministero, però, durante il dibattimento, alla luce di nuovi elementi (venne ascoltata la suocera che avrebbe successivamente ritrattato in parte le accuse), ha chiesto che l’imputato venisse giudicato anche per i reati più gravi di violenza sessuale e sequestro di persona.
L’arresto
L’uomo finì in manette nel settembre del 2017, dopo l’ennesima lite in famiglia scoppiata per futili motivi. La convivente e la madre (che vivevano assieme a lui, sotto lo stesso tetto) chiamarono il 112 per chiedere l’intervento dei carabinieri della locale stazione.
Le due donne sono state condotte all’ospedale di Galatina e le lesioni riportate sono state giudicate guaribili in 10 giorni di prognosi. Successivamente, entrambe sporsero denuncia presso un Centro Antiviolenza.
Il 31enne venne arrestato in flagranza di reato e accompagnato presso la Casa Circondariale di Lecce. Successivamente, ottenne gli arresti domiciliari ed attualmente si trova a piede libero.