Non solo pesce di qualità “regalato” all’ ex Assessore Salvatore Ruggeri per ricambiare l’impegno a rinnovare un contratto di lavoro in scadenza (leggi qui). Secondo l’accusa, tra le “utilità” ricevute dall’ex senatore dell’Udc ci sarebbero anche favori di natura sessuale chiesti ad una 37enne di Montesano Salentino che aspirava ad una più stabile occupazione lavorativa nella pubblica amministrazione.
Precaria dal 2012, la donna – che lavorava all’interno di associazioni o cooperative operanti nel settore dei servizi sociali e che sperava nell’assunzione nell’Ambito territoriale Sociale di Gagliano del Capo – avrebbe accettato le richieste di Ruggeri – si legge nell’ordinanza – come contro-prestazione per il suo interessamento finalizzato a garantirle un più soddisfacente impiego. “Soirée” che sarebbero durate fino al soddisfacimento delle sue pretese professionali. La 37enne, infatti, otteneva se non la desiderata assunzione a tempo indeterminato, la proroga del contratto e una maggiorazione dell’orario di lavoro.
Le aspirazioni lavorative della 37enne
«Che la relazione tra i due non fosse fine a se stessa, ma costituisse solo una parte di un accordo veniva comprovato dalle captazioni che davano conto di come Ruggeri si fosse attivato al fine di procurare alla donna un migliore status lavorativo» si legge.
L’assessore, infatti, si sarebbe impegnato prima fissando un “incontro di lavoro” con il DG della Asl di Lecce, che il 9 dicembre riceveva la 37enne accompagnata dal consigliere regionale e da Mario Pendinelli. Non essendo andato a buon fine, l’ex assessore avrebbe esercitato pressioni sul responsabile dell’Ufficio di Piano dell’Ambito Territoriale di Gagliano del Capo, anche al fine di sbloccare e velocizzare il pagamento degli stipendi alla cooperativa, dove la donna all’epoca lavorava.
Non solo, dopo essere stata assunta a tempo determinato, con un part-time di 18 ore, la donna si sarebbe rivolta ancora a Ruggeri, insistendo per vedersi riconosciuto un incremento dell’orario lavorativo contrattuale settimanale e di conseguenza della remunerazione. E anche in questo caso, l’assessore avrebbe chiesto in cambio prestazioni sessuali. Alla fine, la donna ha ottenuto quello che voleva: si è vista aumentare l’orario di lavoro settimanale da 18 a 24 ore.
Sesso in cambio di un aiuto
«Lo spaccato desolante offerto dall’agire spavaldamente corrotto di Salvatore Ruggeri tocca i suoi punti di maggiore bassezza allorché il suo ruolo di Assessore alla Regione Puglia veniva da lui utilizzato per procacciarsi prestazioni sessuali da chi avesse aspirazione a migliorare la propria posizione lavorativa» si legge nell’ordinanza a firma di Simona Panzera.
Le intercettazioni avrebbero rivelato le pressioni di Ruggeri al fine di ottenere un miglioramento della posizione lavorativa della donna che, in effetti, otteneva, se non la desiderata assunzione a tempo indeterminato, la proroga del contratto ed una maggiorazione dell’orario di lavoro.
Che la relazione tra i due rientrasse nello scambio in termini di do ut des (incontri clandestini per l’impegno a migliorare lo status lavorativo) sarebbe comprovato – si legge – dai toni crudi usati da Ruggeri quando, come se si riferisse ad una merce, pretendeva prestazioni sessuali di maggiore durata, lamentandosi del poco tempo messo a disposizione dalla donna (“eh allora dobbiamo spostare… perché io… altrimenti qui sveltine su sveltine, altrimenti sveltina sempre.. dobbiamo andare… tu quando è che ti liberi per stare. almeno un paio d’ore… fammi capire?”).
Altro tono poco carino sarebbe emerso nel corso di un incontro con il responsabile dell’Ufficio di Piano dell’Ambito Territoriale di Gagliano del Capo. Quando si è allontanato dall’ufficio, l’assessore si sarebbe rivolto alla donna chiedendole la sua “contropartita” (quando si scopa?).
Insomma, la 37enne aspirava ad una assunzione all’Asl di Lecce, ragion per cui assecondava le richieste di Ruggeri. Da parte sua, l’assessore regionale si spendeva per recuperare un posto di lavoro soddisfacente alla giovane che peraltro rischiava il trasferimento per distacco.
La ‘sistemazione’ trovata nell’Ambito territoriale di Gagliano era considerata dalla donna insoddisfacente tant’è che avrebbe sollecitato ancora una volta Ruggeri ad intervenire quantomeno, per un incremento dell’orario lavorativo.
Dopo estenuanti pressioni, da un lato, e promesse dall’altro di stanziamento di ulteriori fondi all’Ambito Territoriale di Gagliano da parte di Ruggeri, la 37enne è riuscita ad ottenere una maggiorazione dell’orario di lavoro da 18 a 24 ore settimanali.