Braccianti stranieri ‘sfruttati’ per la raccolta di pomodori: caporale condannato a 4 anni


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Patteggia la pena il capo cantiere accusato di caporalato nei confronti di una trentina di braccianti agricoli. Z.A., “factotum” 36enne di origini pakistane, ma residente a Monteroni, è stato condannato a 4 anni dal gup Carlo Cazzella. In precedenza l’avvocato Mariangela Calò, legale dell’imputato, ha “concordato” la pena con il pm Maria Consolata Moschettini. Z.A. risponde dei reati d’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro e di percosse e lesioni personali aggravate.

Cinque braccianti, la Cgil e la Flai Cgil si sono costituiti parte civile, attraverso gli avvocati Giuseppe Gennaccari e Yuri Chironi.

Intanto, sono stati raggiunti da un avviso di conclusione delle indagini, con l’accusa di caporalato: A.F.A. 57enne di San Pietro in Lama, titolare dell’azienza agricola; F.N. 61enne, anche lui di San Pietro in Lama, gestore di fatto; S.I. 31enne di origini pakistane, ma domiciliato a Monteroni (risponde anche di lesioni). Sono assistiti dall’avvocato Elvia Belmonte.

L’arresto e le accuse

Z.A. è stato arrestato in flagranza di reato, il 18 agosto scorso, a conclusione di un’attività investigativa lampo scaturita dalle denunce presentate da alcuni giovani immigrati. L’uomo è stato, infatti, raggiunto dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere, a firma del gip Vincenzo Brancato. Nei mesi scorsi, il Tribunale del Riesame (Presidente Sergio Tosi) ha accordato gli arresti domiciliari a Z.A.

Ben 32 braccianti sarebbero stati costretti, secondo l’accusa, con minacce e violenze fisiche e verbali, a lavorare per oltre 10 ore al giorno in un campo di pomodori; con una breve sosta solo per il pranzo, composto solo da legumi e pane, a fronte di un paga che variava da 1 euro ad un massimo di 3 euro per ogni ora lavorativa.

Z.A. ed S.I., come detto, sono accusati anche di percosse e lesioni personali aggravate. In un’occasione avrebbero presso a calci e pugni un bracciante. In un’altra circostanza avrebbero ferito al braccio un altro lavoratore con un coltello.

Nei mesi scorsi, invece, la Procura ha chiesto ed ottenuto l’incidente probatorio per ascoltare i sei testimoni di nazionalità pakistana.