Erano accusati della rapina ai danni di un supermercato di Seclì e mentre per uno è arrivata una condanna a 3 anni e 2 mesi, il presunto complice è stato assolto. Il gup Giovanni Gallo ha emesso la sentenza, scaturita da percorsi giudiziari differenti, nelle scorse ore. Difatti, L.C.G., 29 anni di Galatone – difeso dall'avvocato Antonio Palma – ha scelto la via del patteggiamento della pena. G.D.D. invece, 22enne, anch'egli galatinese – difensore Maurizio My – è stato assolto "per non aver commesso il fatto", a seguito del processo con rito abbreviato. Entrambi rispondevano dei reati di rapina aggravata e ricettazione e per G.D.D. il pm aveva invocato una condanna a 3 anni e 2 mesi, considerandolo complice di L.C.G. (richiesta non accolta dal gup Gallo.
Secondo l'accusa, rappresentata dal pubblico ministero Francesca Miglietta, essi avrebbero rapinato verso l'orario di chiusura ( erano le 20 circa), in data 1 giugno del 2012, il supermercato "Sconto Più" di Seclì. I due complici, si sarebbero anzitutto procurati un taglierino presso una cartolibreria del paese, per poi dirigersi verso il luogo del crimine. G.D.D sarebbe rimasto fuori, mentre L.C.G, seguendo il più classico dei cliché criminali, avrebbe fatto irruzione nell'esercizio commerciale con il volto travisato dalla calzamaglia e avrebbe puntato il taglierino in direzione del cassiere, pronunciando la canonica frase "Dammi i soldi". Impossessatosi della somma di 800 euro contenuta nella cassa, il rapinatore avrebbe raggiunto il complice e insieme si sarebbero diretti a bordo di uno scooter guidato da G.D.D, verso Galatone.
Anzitutto, i Carabinieri di Aradeo, nel corso dei primi accertamenti avrebbero ritrovato il taglierino e la calzamaglia abbandonata dai rapinatori durante il tragitto; subito dopo, avrebbero acquisito le immagini di videosorveglianza della cartolibreria, da cui i due complici avevano acquistato il taglierino e la calzamaglia. Dalle immagini sarebbe emerso come il rapinatore corrispondesse perfettamente alla persona descritta dai titolari del supermercato. L.C.G un'ora prima della rapina si era recato da loro ad acquistare una confezione di birra e ne aveva bevuta una bottiglia, all'ingresso del market, con un amico.
Successivamente, i carabinieri avrebbero inviato le immagini ai colleghi della stazione di Galatone; i militari a quel punto identificarono L.C.G. grazie al confronto tra il filmato e le dichiarazioni dei proprietari del supermercato e della cartoleria. I carabinieri ritrovarono anche lo scooter e sotto il sellino, la confezione di birra " incriminata". Quattro giorni dopo, gli investigatori sarebbero risaliti al complice, G.D.D., attraverso il confronto tra le immagini del filmato e la descrizione di un "uomo con i capelli rasatissimi che attendeva il rapinatore fuori dal supermercato", fatta da uno dei titolari. I carabinieri di Galatone avrebbero anche verificato che la targa dello scooter risultava rubata e si sarebbe così "aggiunto" il capo di accusa di ricettazione.
Invece, in sede di discussione, la tesi del difensore di L.C.G., l'avvocato My, è stata accolta dal giudice.
Dal filmato analizzato dai Carabinieri di Galatone, emerge soltanto una sagoma dai contorni poco definiti; non era dunque possibile risalire all'identità del proprio assistito, soltanto attraverso il raffronto tra quell'immagine e il racconto dei testimoni.