Smaltimento irregolare delle acque nel lido Tabù di Porto Cesareo? Sequestrata una parte del cordone dunale


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L'impianto di smaltimento delle acque sarebbe stato realizzato direttamente sull'arenile, senza le necessarie autorizzazioni. Il giudice ha così convalidato il sequestro preventivo di parte del cordone dunale all'interno del lido Tabù di Porto Cesareo.
  
Dunque, il gip Antonia Martalò ha emesso nelle scorse ore, un'ordinanza con cui accoglie la richiesta formulata dal pubblico ministero. La dottoressa Paola Guglielmi, il 12 giugno scorso, attraverso i militari della Capitaneria di Porto di Gallipoli, aveva fatto apporre i sigilli ad una zona delle dune. Risultavano interessati al sequestro l'impianto di smaltimento/deflusso delle acque presente sul cordone dunale e una parte di quest'ultimo (ricoprente un'area di circa 1.200 mq.).
  
Contestualmente, venivano indagate 6 persone tra cui il titolare del lido, per "distruzione o deturpamento di bellezze naturali";  "illegittimità del permesso di costruire"; "occupazione ed edificazione abusiva in aree demaniali marittime".
  
Il sopralluogo dei militari di metà giugno scorso è avvenuto alla presenza di un tecnico e di un geologo. Sarebbe emerso come l'impianto composto da un pozzetto prefabbricato in cemento con pompa di sollevamento fosse stato realizzato direttamente sull'arenile, seppur occultato dalla vegetazione e senza alcuna autorizzazione. Inoltre, la tubazione e lo scarico sarebbero "sfociati" lungo il tratto di dune.
  
Successivamente, ulteriori accertamenti avrebbero evidenziato la mancanza di titolo abilitativo dell'impianto. Inoltre, il "ruscellamento" delle acque derivante dal posizionamento della tubazione sulla scarpata, avrebbe causato un'erosione della porzione di cordone dunale e il danneggiamento della flora.
  
Infine, il gip sottolinea nella convalida "non va, poi, sottaciuto che trattasi di opere realizzate in zona sottoposta vincolo paesaggistico, per le quali era necessario il preventivo nulla osta". Aggiunge il gip Martalò che la convalida del sequestro preventivo, operato in via d'urgenza, si rendeva necessaria, "considerato che la libera disponibilità dei beni comporta necessariamente l'aggravarsi delle conseguenze del reato, derivante dall'utilizzo della struttura proprio in questa fase dell'anno in cui ha inizio la stagione balneare, sicché in caso di mancata apposizione del vincolo si sarebbe verificato il certo protrarsi del danneggiamento-quantomeno del cordone dunale interessato".