Spararono contro l'auto di un presunto ladro, con a bordo la moglie incinta e i due figlioletti di 3 e 5 anni. Il pubblico ministero Maria Vallefuoco, nel processo con rito abbreviato, ha invocato complessivi 34 anni di carcere per tre imputati. Nello specifico: dodici anni per Paolo Gaudadiello, 28 anni, e per Alessio Fortunato, 33enne, entrambi di Squinzano; 10 anni per Massimiliano La Salvia, 26enne, di San Pietro Vernotico.
Questi rispondono di tentato omicidio aggravato e porto illegale di arma da fuoco. Sono assistiti rispettivamente dagli avvocati, Stefano Prontera e Ladislao Massari. Invece, il pm ha chiesto l'assoluzione per Danilo Ragione, 28 anni, anch'egli di San Pietro Vernotico, difeso sempre dall'avvocato Ladislao Massari.
La sentenza è prevista il prossimo 9 marzo innanzi al gup Alcide Maritati.
I fatti risalgono alla notte tra il 13 e il 14 maggio 2014, quando quattro soggetti convocarono con una scusa, presso un bar di Squinzano, un pregiudicato originario di Manduria. I protagonisti della vicenda (vi sarebbero anche altre tre persone, una delle quali nel frattempo deceduta) erano "infastiditi" per un furto avvenuto il giorno prima, ai danni di un uomo molto vicino al gruppo.
Convinti che l'autore del reato fosse A.R., lo convocarono all'esterno del 'Bar Fashion' di Squinzano, ma non ottenendo alcuna confessione lo picchiarono con pugni e calci. L’uomo era giunto all'appuntamento a bordo della sua auto, accompagnato dai suoi piccoli figli di 3 e 5 anni e da sua moglie incinta. Allora la sua compagna E.B., una donna albanese, intervenne alla guida della macchina, investendo uno degli aggressori. Quindi, "passò" al compagno una pistola (che presto si rivelerà finta) e A.R, così, si lanciò alla caccia dei suoi assalitori: Guadadiello riuscì a fuggire, mentre Fortunato si nascose dietro il bancone del bar e gli venne anche puntata la pistola in faccia. Il pregiudicato di Manduria successivamente, salì a bordo della vettura e si dileguò. Dopo alcuni minuti, il gruppo di aggressori decise che questi la doveva pagare e quattro di loro, alla guida di due differenti automobili si diressero sulla strada che da Squinzano porta a Torchiarolo, suo luogo di residenza. Pochi minuti dopo egli passò proprio da quelle parti; ne nacque un inseguimento e iniziarono a piovere proiettili: almeno quattro che, per fortuna non colpirono i bambini che dormivano nella parte posteriore. Un proiettile, tuttavia, ferì alla spalla la compagna E.B. A quel punto la fuga degli aggressori.
A.R. non ebbe altra scelta se non quella di recarsi presso l'ospedale 'Perrino' di Brindisi. La donna venne operata d’urgenza, per non pregiudicare la gravidanza.
L'uomo venne sottoposto ad un lungo interrogatorio da parte dei Carabinieri, dando però una versione dei fatti contraddittoria. Solo dopo alcune intercettazioni anche in ospedale e analisi telefoniche, si riuscì a ricostruire la dinamica dei fatti.