Una lunga serie di atti persecutori nei confronti di una docente universitaria. È quanto ipotizza la Procura che ha chiuso l'inchiesta nelle scorse ore.
L'avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato ad G. B. ( queste le sue iniziali), una 28enne di un paese dell'hinterland di Lecce. L'indagata risponde delle accuse di stalking e diffamazione. La parte offesa è una professoressa con cattedra presso l'Università del Salento.
Secondo l'accusa, G.B. si appostava presso il suo studio oppure la pedinava. In un'occasione, nel dicembre del 2013, l'avrebbe "braccata" all'interno del parcheggio riservato ai docenti. In quest'occasione, la giovane leccese avrebbe apertamente dichiarato di essere innamorata di lei.
Dunque, la studentessa si sarebbe infatuata della docente universitaria. Di fronte al rifiuto di quest'ultima di cedere alle avances, la spasimante avrebbe cominciato a perseguitarla. Inoltre, attraverso l'invio di svariate mail ad organi universitari, l'avrebbe accusata di tenere comportamenti illegittimi. Non solo, durante il Consiglio del Corso di Studio a cui era iscritta, G.B. , nel luglio del 2014, avrebbe accusato la docente di aver fatto un uso illegittimo dei fondi "Contributi degli studenti". Gli episodi "incriminati" si sarebbero protratti fino ad agosto del 2015.
La torbida vicenda non termina qui. G. B. avrebbe ben presto preso di mira anche le assistenti universitarie della docente. Mossa presumibilmente dalla gelosia, la giovane avrebbe cominciato ad attaccarle duramente. L'indagata, si sarebbe risentita a causa di alcuni incarichi assegnati; si sarebbe quindi scagliata contro le assistenti accusandole di avere ingiustamente usufruito di favoritismi per fare carriera.
Difatti, G.B. risponde del reato di diffamazione verso le due ricercatrici. La 28enne, nel maggio dello scorso anno, avrebbe accusato un'assistente della docente, attraverso delle "note" inviate ad alti organi universitari, di aver vinto un concorso senza averne i requisiti . L'indagata avrebbe invece accusato l'altra ricercatrice, di avere ottenuto irregolarmente due incarichi. Anche in questo caso avrebbe inviato delle "note" al alte cariche dell'Università attraverso mail o avrebbe segnalato l'accaduto utilizzando facebook. Esasperate dal comportamento sopra le righe studentessa, la docente e le due ricercatrici avrebbero presentato cinque denunce presso i Carabinieri. Le parti offese sono assistite dall'avv. Ivana Quarta.
L'indagata, che con forza si ritiene estranea ai fatti contestati e vittima delle sue battaglie a favore degli studenti, come ha dichiarato a leccenews24.it, ha venti giorni a disposizione dalla notifica dell'avviso di conclusione, per produrre memorie difensive, tramite il proprio avvocato, o chiedere di essere interrogata dal titolare dell'inchiesta. Successivamente, il pubblico ministero titolare dell'inchiesta, Stefani Mininni, potrebbe esercitare l'azione penale nei confronti di G.B. oppure archiviare il procedimento.