Litiga con lo zio di Lucio e lo minaccia: divieto di avvicinamento per il meccanico di Patù


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È accusato di aver minacciato lo zio di Lucio (quest’ultimo, assassino reo confesso della fidanzata Noemi Durini). In mattinata si è svolto, dinanzi al gip Antonia Martalò, l’interrogatorio di garanzia del 49enne di Patù, Fausto Nicolì. È accusato di stalking ed è stato attinto da un divieto di avvicinamento.

Il 49enne ha risposto alle domande del magistrato negando ogni addebito. “Sono le solite chiacchiere” ha dichiarato Nicolì ai giornalisti. “Sono stato provocato e mi hanno danneggiato la macchina”.

Le indagini hanno preso il via dalla denuncia presentata dal fratello del padre di Lucio. Questi ha dichiarato agli inquirenti di essere stato minacciato, in ben tre occasioni nel mese di giugno, dopo aver incontrato il meccanico per le strade di Montesardo. In una circostanza, il parente di Lucio sarebbe stato aggredito fisicamente.

Anche Fausto Nicolì ha pero presentato denuncia nei confronti dell’uomo per danneggiamento (della macchina) e sarebbe stato a sua volta aggredito, poiché accusato di un coinvolgimento nell’inchiesta sull’omicidio di Noemi.

L’altra inchiesta

Occorre ricordare che Nicolì, nei mesi scorsi, era stato già ascoltato in Tribunale, presso la Procura, nell’ambito di un’altra inchiesta. Il meccanico era stato tirato in ballo da Lucio per l’omicidio di Noemi, attraverso una lettera consegnata ad un agente di polizia penitenziaria. L’uomo ha ribadito di essere “totalmente estraneo alla vicenda”. Nicolì ha risposto a tutte le domande del pm, ribadendo in merito alla lettera di Lucio “è il castello di sabbia di un burattino“. L’indagato è assistito dall’avvocato Luca Puce.

Fausto Nicolì era stato iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, con l’accusa di omicidio volontario. Rispondeva anche dell’ipotesi di reato di prostituzione minorile. Infatti, sempre in base a quanto dichiarato da Lucio, avrebbe organizzato delle feste nella sua villa e offerto ai fidanzatini, e ad altri minori, della marijuana se si fossero fatti immortalare, attraverso un video, in scene di sesso.

I militari hanno anche effettuato una perquisizione in casa del meccanico, acquisendo telefonino, computer, pen-drive ecc. Al termine delle indagini, il pm Buffelli ha chiesto l’archiviazione del procedimento.