Stupro di gruppo ai danni di prostitute nigeriane: condanna a 40 anni per i quattro imputati


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Si conclude con la condanna a complessivi 40 anni di carcere, il processo in abbreviato sulla vicenda delle prostitute nigeriane sequestrate, picchiate e violentate in campagna da quattro cittadini rumeni, l'estate scorsa. Il gup Carlo Cazzella ha inflitto una pena di: 11 anni ed 8 mesi per Robert Catalin Badica, 27enne, residente ad Acquarica del Capo;  8 anni ed 8 mesi per Idion Munteanu, 28enne, residente a Specchia ; 11 anni e 6 mesi nei riguardi di Andrei Gabriel Jlie, 23enne, sempre con residenza a Specchia, 10 anni per Valentin Stanescu, 31enne senza fissa dimora. Il giudice ha anche disposto un risarcimento di 30 mila euro per ciascuna delle parti civili. Due di esse sono difese dall'avvocato Maria Russo, sostituito in udienza dall'avvocato Maurizio Scardia.
 
Nella scorsa udienza, il gup Cazzella aveva emesso un'ordinanza con la quale disponeva di risentire le ragazze nigeriane, presunte vittime della violenta aggressione. Oggi dunque si è ripetuta la discussione e hanno nuovamente preso la parola il pubblico ministero e gli avvocati, prima della sentenza. Già il 16 dicembre scorso, il pm Massimiliano Carducci, in sostituzione della dr.ssa Miglietta, aveva tenuto la propria requisitoria  invocando 14 anni per Badica;  11 anni per Munteanu;  10 anni nei riguardi di Jlie, 23enne; 10 anni per Valentin Stanescu, 31enne senza fissa dimora. Essi rispondevano delle accuse di rapina, violenza sessuale, lesioni personali, minacce. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Pierpaolo Vitali, Michela Mazzotta, Giovanni Zippo, Stefano Stendardo e Stefano Maggio.
 
Il pm nella sua requisitoria aveva sottolineato, da una parte l'inaudita ferocia nell'agire dei tre imputati e dall'altra la dignità delle prostitute, le quali hanno avuto il coraggio di denunciare la violenta aggressione e che adesso stanno anche seguendo un programma di reinserimento sociale e lavorativo, attraverso l'associazione Libera. Gli avvocati dei quattro rumeni, invece, avevano invocato l'assoluzione dei propri assistiti. Essi ritenevano che ci fosse una netta discrepanza, tra quanto dichiarato dalle prostitute nigeriane, dopo l'arresto dei presunti aggressori ( in quell'occasione parlarono soltanto di una rapina subita) e quanto invece,  affermato in sede di denuncia.
 
Durante l'incidente probatorio, nel corso dell’ascolto protetto durato oltre due ore, innanzi al gip Alcide Maritati, le tre nigeriane avrebbero confermato i ripetuti abusi fisici e sessuali per mano dei quattro cittadini rumeni il 28 gennaio, il 6 ed il 9 febbraio scorsi. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i  quattro rumeni abbordarono le loro vittime (costrette a vendere il proprio corpo per le strade di Lecce ed in particolare nella zona di piazzale Rudiae), avvicinandosi con la scusa di una prestazione sessuale. Le condussero con l'auto, in una località di periferia e le rapinarono, minacciandole con una pistola puntata alla tempia ed un coltello brandito con violenza. Inoltre le picchiarono selvaggiamente ed abusarono sessualmente di loro. Una volta soddisfatti i propri appetiti sessuali, gli aggressori le riaccompagnarono a Lecce.