Sub morto nelle acque del porto di Leuca, sotto processo anche l’armatore della barca


Condividi su

Una vicenda che ha scosso l'intera comunità leucana, quella del sub deceduto nel porto, nella primavera di due anni fa. Adesso, anche l’armatore dell'imbarcazione è finito sotto processo. Il gup Antonia Martalò, infatti, ha rinviato a giudizio Giuseppe Cristino, originario di Mola di Bari, che dovrà presentarsi innanzi al giudice monocratico.
  
Nella scorsa udienza, invece, innanzi al gup Vincenzo Brancato era finito a processo il comandante della barca "incriminata",  Antonio Cristino, difeso dall'avvocato Nicola Parente del Foro di Bari.  Risponde dell'omicidio colposo di Fabio Galati e di violazione delle norme della sicurezza sul lavoro. Sempre in quell'udienza vi è stata la costituzione di parte civile della moglie della vittima, difesa dall'avvocato Eleonora Galante, anche in qualità di genitore esercente la potestà genitoriale dei bambini; i fratelli di Galati, con l'avvocato Chiara Spagnolo ed i genitori con il legale Cosimo Casaluci.
  
Il pm Stefania Mininni ha anche dato incarico all'ingegnere Francesco Cosimo Orsini di effettuare una perizia sulla barca, nell'ambito dell'incidente probatorio. Inoltre, si è rivelata di fondamentale importanza, l'acquisizione dei filmati di video-sorveglianza del porto turistico.
  
Fabio Galati, sub professionista di 44 anni è deceduto nel porto di Santa Maria di Leuca, l'8 aprile 2014, mentre cercava di liberare l’elica di una barca. Il sostituto procuratore Mininni aveva inizialmente chiesto l'archiviazione del procedimento, ma il gip Simona Panzera aveva accolto l'opposizione all'archiviazione degli avvocati di parte civile. Inizialmente, l'esito dell'autopsia effettuata nell'aprile di un anno fa dal medico legale Alberto Tortorella, avrebbe accertato che l'uomo era semplicemente morto per annegamento, nel tentativo di togliere una cima dal motore.
  
Una ulteriore richiesta di accertamenti da parte dei difensori dei famigliari dell'uomo, gli avvocati Spagnolo e Galante avrebbero evidenziato la possibilità che l'annegamento fosse da correlare con altre circostanze. E per questo, avevano chiesto una consulenza di parte, poi effettuata dal medico legale Roberto Vaglio. Da questa nuova indagine, si sarebbe riscontrato che Galati si era immerso in acqua, intorno alle 20, per compiere un lavoro all’elica di un’imbarcazione; mentre effettuava questa operazione, sulla stessa barca, avvenivano dei lavori di saldatura e Galati sarebbe morto a seguito di uno shock elettrico.