Sul presunto furto al gregge, gli arrestati negano l’accusa e si difendono: ‘Noi vittime di aggressione’


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Nessun furto di pecore e al contrario, una lunga serie di angherie e aggressioni subite.
  
Questa mattina innanzi al gip Antonia Martalò si è tenuto l'interrogatorio di garanzia dei tre braccianti di Avetrana, che hanno riferito la loro versione dei fatti.
  
Francesco Paolo Mero – 58enne, Antonio Mero – 26enne e Alessandro Mero – 22enne sono stati ascoltati dal giudice, dopo l'ordinanza di arresto emessa giovedì scorso nei loro confronti.
  
I tre erano stati ristretti ai domiciliari su richiesta del Pubblico Ministero, Antonio Negro con le accuse di violenza privata, rapina, uccisione di animali, furto, lesioni personali e  rapina commessa da più persone riunite. A carico del minore F.P., indagato per gli stessi reati, è stato aperto un procedimento penale presso il Tribunale per i Minorenni di Lecce.
  
Gli avvocati Ivana Quarta e Giuseppe Minerva, legali dei Mero, hanno depositato quest'oggi  una richiesta di revoca dell'ordinanza di arresto e presentato una corposa memoria difensiva. I braccianti hanno poi chiarito ogni circostanza dinanzi al giudice, negando anzitutto il furto e l'avvelenamento delle pecore.  Riguardo quest'ultima accusa, hanno sottolineato che i loro terreni sono coltivati con il metodo biologico, senza uso di diserbanti. Dunque, l'ovino potrebbe aver ingerito la malsana erba, mentre il gregge attraversava altri appezzamenti. Questi hanno poi riferito che il 10 dicembre scorso, si sono trovati il gregge nei loro terreni e quando hanno chiesto al pastore rumeno di non attraversarli, perché danneggiavano gli uliveti sono stati aggrediti e gli è stato impedito di risalire in macchina. A riprova di ciò, ci sarebbero lesioni certificate da un medico. I Mero hanno anche ripreso con il telefonino le scene dell'aggressione e chiamato i carabinieri per segnalare l'accaduto. Inoltre, avrebbero a loro volta presentato denuncia in Procura. I braccianti hanno poi specificato che il motivo di risentimento degli allevatori nei loro confronti affonda le proprie radici nel passato. Ben 30 denunce e querele a partire del 1994 per pascolo abusivo e danneggiamento.
  
Ricordiamo che il 2 marzo scorso i militari della Compagnia Carabinieri di Campi Salentina, hanno bussato alla porta dell'abitazione dei Mero per arrestarli.
  
Tutto è nato dalla denuncia dei titolari di unazienda agricola di Nardò che hanno raccontato agli uomini delle forze dell’ordine l’aggressione subita dal loro collaboratore rumeno, mentre era intento a pascolare il gregge su alcuni terreni.  Questi, sarebbe stato costretto a fuggire a gambe levate per evitare di essere investito dal fuoristrada con a bordo gli indagati.
  
Secondo quanto riferito dai denuncianti, ad accaparrarsi le pecore rimaste senza una guida, sono stati Alessandro e Antonio Mero, con l’aiuto di un 17enne. I tre con modi poco gentili hanno cercato di spostare il gregge in un terreno ‘vicino’ recentemente diserbato, costringendo gli animali a brucare l’erba contaminata. Mentre cercavano di fare questo, una pecora è stata investita ed è morta, mentre il restante gregge, dopo aver ingerito l’erba, subiva una forma di avvelenamento.
  
I tre fratelli titolari dell’azienda, nel frattempo, hanno poi cercato di soccorrere il loro pastore. I ‘Mero’ insieme al minore avrebbero, a quel punto aggredito i proprietari della masseria e il loro dipendente con una mazza ferrata e con un grosso masso.