Testimonianza ‘pilotata’ per favorire l’erede di un vasto terreno? Tre persone querelate in Procura


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Denunciati per aver testimoniato il falso in una causa civile, riguardante la spartizione tra parenti di un esteso terreno edificabile.
  
La querela è stata presentata da due fratelli residenti in un paese alle porte di Otranto, attraverso l'avvocato Umberto Leo.
  
Dunque, si ritiene nell'atto depositato in Procura, la sorella del defunto (proprietario del grande appezzamento "conteso", di un valore di oltre 300mila euro)  e i suoi due "complici" avrebbero reso dichiarazioni "mendaci".
  
Ciò sarebbe avvenuto nel corso di un processo non ancora concluso, riguardante il riconoscimento del diritto di usucapione dei nipoti. Durante la causa, vennero ascoltati anche i due testi indicati dalla sorella del proprietario. I denuncianti ritengono false le loro dichiarazioni. Il primo avrebbe addirittura confessato loro, di essere stato costretto a mentire. Mentre, l'altro avrebbe avuto interesse a farlo, per danneggiarli.
  
Tale vicenda è in realtà, una sorta di appendice di una precedente questione riguardante la spartizione di un eredità milionaria,  stimata in dieci milioni di euro, che comprendeva anche il terreno "conteso".
  
La Corte di Cassazione ha già reso definitiva l'assoluzione della sorella (assieme al marito) del defunto. Secondo i giudici, non sarebbero colpevoli della sparizione del testamento dell'uomo, morto vent'anni fa. I giudici avrebbero accertato che l'atto "sparito" era la seconda versione di un primo documento, redatto nel 1987, con il quale veniva nominata come unico erede proprio la sorella.
  
I coniugi furono condannati a otto mesi di reclusione in primo grado, ma poi assolti con il processo di Appello.