Traffico di cocaina e marijuana nel basso Salento. Il presunto capo dell’associazione nega le accuse


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Sono terminati gli interrogatori degli 11 arrestati, finiti in carcere al termine del blitz condotto dai Carabinieri della Compagnia di Casarano e della Stazione Ugento, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce. Una operazione che ha permesso di sgominare un’associazione dedita al traffico di sostanze stupefacenti, cocaina e marijuana, operante nell’area ugentina e in quelle limitrofe.

Presso il carcere di Borgo San Nicola, dinanzi al gip Simona Panzera che ha firmato il provvedimento di custodia cautelare, è comparso Vincenzo Minicozzi, 32enne di Ugento, ritenuto a capo del presunto sodalizio criminale, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’arrestato ha voluto però rilasciare spontanee dichiarazioni, sostenendo di essere all’oscuro di tutto e respingendo l’accusa di essere il promotore di un’associazione a delinquere.

Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere anche gli ugentini Emanuel Giuseppe Pierri, 25enne e Cristian Angelo Pierri, 22enne, considerati come partecipi all’associazione dagli inquirenti, (con il primo nel ruolo di coordinatore), che hanno preannunciato la volontà di essere interrogati nei prossimi giorni. Sono difesi dall’avvocato Mario Coppola.

Anche Cosimo Luigi Catino, 30enne di Ugento, difeso dall’avvocato Biagio Palamà, ha fatto “scena muta” dinanzi al giudice. Stesso discorso per gli altri arrestati, ritenuti “partecipi” dell’associazione: Daniele Deiana, 30enne di Ugento, Luigi Petrachi, 46 anni di Ugento, Matteo Congedi, 37enne di Ugento (ha rilasciato solo spontanee dichiarazioni). Sono difesi dall’avvocato Francesco Fasano e dall’avvocato Laura Petrachi (il solo Luigi Petrachi).

Si è avvalso della facoltà di non rispondere anche Radames Trianni, 30enne di Torre San Giovanni (marina di Ugento), difeso dall’avvocato Paolo Cantelmo. Per Pasquale Preite, 68enne di Ugento, la misura in carcere non è stata ancora eseguita.

Katriel Scarcella, 23enne e Michele Scarcella, 65enne (di Ugento), entrambi accusati di lesioni, hanno risposto alle domande del gip. Sono assistiti dall’avvocato Fabrizio D’Errico.

Verranno ascoltate domani le due donne ristrette ai domiciliari. Si tratta di Annalisa Molle, 29 anni di Ugento e Miriam Trianni, 21enne, di Torre San Giovanni (marina di Ugento).

L’operazione

L’operazione trae origine da alcuni episodi di violenza che risalgono alla fine del 2018, quando alcuni assuntori, in diverse occasioni – non essendo più in grado di far fronte ai propri debiti di droga (in diversi casi superiori a 3.000 euro) – sono stati oggetto di violenti pestaggi, di minacce aggravate dall’uso di armi da fuoco a opera di alcuni associati.

Gli elementi raccolti hanno posto in luce modalità di associative finalizzate all’affermazione dell’organizzazione sul territorio, mediante l’esercizio delle intimidazioni, correlata in parte anche allo spessore criminale di alcune persone, con condizione di assoggettamento e omertà.

I successivi sviluppi, basati su tradizionali metodi investigativi e affiancati da intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno accertato numerosi episodi di cessione della droga, grazie alle dichiarazioni rese da alcuni consumatori ed hanno consentito di decodificare il linguaggio criptico (metri, minuti, nafta, caffè) utilizzato per comunicare tra loro e con gli acquirenti.

Sono emersi rapporti di frequentazione stabili, regolarità nell’attività di spaccio, elezione dei luoghi dedicati allo scambio, esistenza di basi logistiche (un maneggio dei cavalli dove venivano impartite le direttive ai gregari, alcune abitazioni devolute alla coltivazione e al confezionamento della droga, esercizi pubblici per l’attività di smercio), creazione di una cassa comune (utile per rifornire di carburante i mezzi di movimento), disponibilità di uomini, mezzi e armi.