Travolse un ciclista, chiesto il carcere a vita per il pirata che guidava sotto effetto di droghe


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La Procura invoca l'ergastolo per Andrea Taurino, accusato di avere deliberatamente investito mortalmente il ciclista Franco Amati, sotto effetto di sostanze stupefacenti. Il pubblico ministero Giovanni Gagliotta, nel corso dell'udienza con rito abbreviato, ha chiesto la condanna al carcere a vita per il 35enne di Trepuzzi, per i reati di per omicidio volontario aggravato dall'uso di sostanze stupefacenti e dai futili motivi; tentato omicidio ( dell'altro ciclista) e lesioni personali aggravate, omissione di soccorso, resistenza a pubblico ufficiale, riciclaggio di un auto rubata. Il gup Vincenzo Brancato emetterà la sentenza il 26 aprile, dopo l'arringa difensiva del difensore di Taurino, l'avvocato Antonio Savoia. Nella scorsa udienza, i familiari della vittima si sono costituiti parte civile con il legale Diego De Cillis.
  
Intanto, l'imputato con svariati precedenti penali (quest'oggi presente in aula) resta recluso nel carcere di Matera. Ricordiamo che il Tribunale del Riesame e poi la Cassazione hanno rigettato la richiesta della difesa di annullamento dell'ordinanza emessa dal gip. Nessuna scarcerazione, né tantomeno la derubricazione del reato di omicidio volontario in colposo.
  
Secondo l'accusa, Andrea Taurino, il 22 gennaio scorso, sulla strada Squinzano-Casalabate avrebbe investito deliberatamente Franco Amati, pasticcere 67enne di Lecce poi deceduto e l'amico Ugo Romano 62enne leccese, ferito gravemente. Nel corso dell'udienza di convalida, Taurino aveva ammesso di fare largo uso di sostanze stupefacenti ed aveva chiesto scusa ai familiari del ciclista.
  
Successivamente, il gip Cinzia Vergine aveva convalidato l'arresto e disposto la misura cautelare del carcere, illustrando i motivi di questa "tesi" nell'ordinanza. ll giudice inoltre, riteneva inattendibile la ricostruzione della dinamica dei fatti fornita da Taurino, quando dice di essersi messo in macchina per andare a raccogliere le olive nei campi e dopo averle "racimolate", di essersi diretto verso casa. Durante il tragitto, lungo il quale "incrociava" i due ciclisti, si ricordava di avere dimenticato in campagna il mastello con il raccolto e decideva perciò di tornare indietro, andando incidentalmente a collidere con loro senza che ci fosse stato alcuno screzio precedente. Questa "distrazione" sarebbe da ricollegare al suo interesse ad ispezionare visivamente la campagna in cerca di frutti abbandonati dai proprietari.
  
Di verso opposto la versione fornita dal ciclista "sopravvissuto" Ugo Romano che ha affermato come «all'improvviso l'abbiamo visto a distanza venire verso di noi (nella sua corsia). A circa 6-7 metri da noi, di scatto ha invaso la nostra corsia di marcia investendoci volontariamente con il suo lato anteriore sinistro, ha colpito prima il mio amico e dopo me che percorrevo la via "a ruota" (dietro il mio amico). Una tesi evidentemente condivisa anche dal pubblico ministero che ha chiesto per Taurino il massimo della pena, " per avere deliberatamente puntato i due ciclisti, uccidendo Amati e ferendo Romano".