Una troupe de “Le Iene” aggredisce il Giudice Gallo. Anm “lesa la dignità di un magistrato onesto”


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Una troupe del programma televisivo «Le Iene» avrebbe aggredito il Gip, Giovanni Gallo all’ingresso del Tribunale di Lecce. Non è dato sapere quando si sia verificata l’imboscata dei giornalisti dell’irriverente trasmissione di Italia1, ma quanto accaduto ha spinto l’Associazione Nazionale Magistrati a condannare la sortita «grave ed inaccettabile tanto più perché colpisce un collega come il dottore Gallo, che è uno dei magistrati leccesi più apprezzati per le sue doti umane e professionali» come si legge nel comunicato a firma del presidente Maurizio Saso e del segretario Piero Lisi.

Il giudice sarebbe stato avvicinato sul passo carraio del Tribunale da «Le Iene» che gli avrebbero chiesto conto del provvedimento di sequestro preventivo della pagina del Tacco d’Italia. Sotto la lente di ingrandimento erano finiti due articoli-inchiesta sulla gestione della raccolta dei rifiuti nel comune di Casarano e nel Salento, in cui si parlava dei rapporti tra Sacra corona unita, l’azienda e la politica locale. Qualche giorno fa, il Riesame aveva annullato il sequestro della pagina del giornale on-line, confermando solo l’oscuramento della pagina Facebook.

L’aggressione

«Qualche giorno fa – si legge – un inviato della trasmissione televisiva “Le iene” ha bloccato il Gip Gallo, posizionandosi con una telecamera davanti alla sua auto. Non solo, il giornalista avrebbe inveito nei suoi confronti per aver adottato un provvedimento che contestava e, schernendolo con termini irriguardosi, ha cercato, in tutti i modi, di consegnargli i fogli di una sentenza».

I fatti si sarebbero verificati alla presenza di testimoni: l’operatore, i vigilantes e altre persone che stavano entrando nel Tribunale.

La ferma condanna di ANM

«Prescindendo anche dal potenziale rilievo penale della condotta del giornalista delle “Iene” – si legge nel comunicato di ANM –  va stigmatizzata l’arroganza e la protervia del giornalista che ha leso la dignità del collega Gallo come uomo e come magistrato».

«L’ANM – conclude – tiene nella massima considerazione la legittima critica giornalistica di ogni provvedimento giudiziario – che talora fornisce spunti di riflessione preziosi per il lavoro del magistrato – ma non può tollerare che, senza perseguire alcun intento di civile interlocuzione anche in chiave di dissenso e, sotto le mentite spoglie dell’esercizio di un diritto costituzionalmente tutelato, si giunga, mediante la descritta incursione, a ledere pubblicamente la dignità di un magistrato onesto e scrupoloso».