La Procura punta i riflettori sulla gestione dei Cas (Centri di accoglienza straordinaria), nell’inchiesta che ha portato in queste ore, all’emissione di sette misure cautelari.
Nello specifico, secondo l’accusa, gli indagati hanno utilizzato personale in numero e orario di lavoro inferiori e hanno fornito anche un numero di pasti inferiore a quello indicato. Non solo, poiché avrebbero documentato spese fittizie per servizi di accoglienza ai migranti in assenza di adeguato personale.
E poi, sempre in base all’accusa, hanno omesso di comunicare alla Prefettura di Lecce l’allontanamento dalle case di accoglienza di 33 migranti, allontanatisi da tempo, in modo tale da percepire la quota giornaliera spettante per la presenza sul territorio nazionale. E poi, viene contestato il contributo di un’associazione che avrebbe emesso le fatture false.
Non solo, in alcune conversazioni gli interlocutori avrebbero informato gli immigrati, non in regola, di lasciare il centro di accoglienza prima dell’arrivo degli ispettori di “Via XXV Luglio”, che avrebbero provveduto ad accompagnarli in altri centri di accoglienza prima del rimpatrio.
E gli indagati hanno tenuto nascosto alla Prefettura l’allontanamento dei migranti, cercando di rimanere in contatto con loro in modo da farli rientrare rapidamente in caso di controllo.
E nel corso di una perquisizione del 26 luglio, presso una casa di accoglienza del Basso Salento, un cittadino ivoriano ha dichiarato: “…io sono stato incaricato a voce dal signor…. di badare al centro in sua assenza. Qui ognuno di noi è indipendente e ci cuciniamo il cibo da soli. Per acquistare cibo e le altre necessità veniamo accompagnati o dal sig… o dal sig… che provvedono al pagamento…”.
In base a quanto riportato nell’ordinanza del gip Marcello Rizzo, inoltre, sarebbe stata violata la convenzione con la Prefettura, secondo cui il gestore si impegnava ad avvalersi di tre operatori diurni e di un operatore notturno per le strutture fino a 50 posti.
Le indagini, si legge nell’ordinanza, hanno inoltre consentito di accertare come gli indagati “hanno omesso di comunicare alla Prefettura l’allontanamento dalle case di accoglienza di diversi migranti che, di fatto, dimoravano in altri luoghi, così percependo indebitamente le somme che l’amministrazione pubblica aveva erogato per il servizio di accoglienza e soggiorno di quei migranti”