Truffò assieme ad un complice due anziane, con la scusa di una donazione. Condannato a 1 anno e 6 mesi


Condividi su

 

Avrebbe truffato assieme ad un complice due anziane donne, facendosi consegnare somme di denaro.

Il gup Michele Toriello ha accolto il patteggiamento della pena per A.E., 60enne di Lecce ad 1 anno e 6 mesi e 400 euro di multa. Il giudice ha disposto la sospensione condizionale della pena e della non menzione della condanna. Non solo, anche la revoca della misura cautelare dell’obbligo di dimora. L’imputato era difeso dall’avvocato Massimo Manfreda.

Nel primo caso, in data 6 febbraio 2020 a Maglie, secondo l’accusa, A.E. si avvicinava alla donna, con un soggetto non identificato. Uno dei due le chiedeva informazioni su dei medici con ambulatorio in Maglie e l’altro si presentava alla stessa come avvocato. Non solo, anche informazioni su di una fabbrica che si occupava della produzione di medicinali. E il sedicente avvocato chiedeva di fare una donazione in favore di uno zio.
L’avrebbero poi convinta con varie argomentazioni truffaldine a salire a bordo della macchina, sollecitandola a prelevare i soldi per la donazione.
La donna avrebbe poi consegnato 8 mila euro in contanti. Approfittando di un momento di distrazione della signora, mentre la vittima era impegnata su loro richiesta ad acquistare delle marche da bollo da apporre sul documento notarile, si allontanavano, rendendosi irreperibili.

Invece, in data 4 marzo 2020, a Casarano, A.E., sempre in concorso con altro soggetto non identificato, dopo essersi avvicinati ad un’altra vittima, intenta a passeggiare, l’avrebbero intrattenuta discorrendo in merito ad argomenti che potessero catturarne l’attenzione. In particolare, – l’uno nel chiederle, con accento straniero, indicazioni in merito a studi medici della zona, l’altro nel presentarsi alla stessa come sedicente avvocato. E nel proporle –il primo- di accompagnarlo presso uno studio medico, l’avrebbero convinta a salire a bordo della macchina. Il primo complice, dall’apparente accento straniero, affermava di voler devolvere a delle associazioni private la somma di circa 150.000 euro e il sedicente avvocato suggeriva di donare 100.000,00 euro a una fondazione, dando la restante somma a lui e alla signora, con compilazione di un atto notarile – previa consegna della relativa somma. E poi, il primo avrebbe convinto la vittima a prelevare i suoi soldi per contribuire all’atto di donazione.

Una volta accompagnata, nei pressi dell’istituto di credito ubicato all’interno del nosocomio di Casarano, la donna prelevava il denaro e consegnava, nelle mani del sedicente libero professionista la somma di 3.200 euro in contanti.

Subito dopo, anche in questo caso, approfittando della distrazione della signora, intenta, su loro richiesta ad acquistare delle marche da bollo da apporre sul documento notarile, si allontanavano con il denaro.