Arrivano 9 condanne con rito abbreviato per una presunta maxi truffa all’INPS, utilizzando lo stratagemma dei falsi braccianti di una società agricola. Non solo, altri 23 imputati hanno patteggiato la pena e i restanti hanno scelto la messa alla prova. L’udienza preliminare riguardava ben 44 imputati.
Il gup Giulia Proto, al termine del giudizio abbreviato, ha inflitto la pena di 2 anni di reclusione a M.P., 46enne di Surbo, amministratrice di fatto della società agricola. Altre otto condanne, sono state emesse dal giudice con lo stesso rito, a pene comprese tra i 4 ed i 10 mesi. Invece, 23 imputati hanno patteggiato (sempre tra i 4 ed i 10 mesi).
Tra questi, I.B., 52 anni, sempre di Surbo che aveva una compartecipazione nella società. L’uomo ha patteggiato a 2 anni di reclusione (pena sospesa e non menzione). Invece, P.I., 59 anni, di Trepuzzi, nelle vesti di legale rappresentante della società agricola ha patteggiato, dopo l’avviso di conclusione delle indagini, alla pena di 3 anni e 10 mesi di reclusione. P.I. avrebbe, però, avuto, secondo l’accusa, il ruolo di mero prestanome. L’uomo disoccupato e con problemi economici, sarebbe stato indotto ad assumere la suddetta carica con la promessa di un aiuto finanziario e con la rassicurazione che “non gli sarebbe successo nulla”.
Nell’avviso di conclusione indagini a firma del pm Maria Consolata Moschettini, comparivano 49 nominativi. Secondo l’accusa, M.P., la “mente” della truffa, avrebbe presentato I.B a P.I., rassicurandolo che si sarebbero occupati dell’apertura del conto in banca, dell’assistenza fiscale e del pagamento per l’atto costitutivo della società presso il notaio. P.I. veniva poi istruito su cosa doveva dire agli organi ispettivi in caso di controlli.
Sono finiti sul banco degli imputati anche numerosi falsi braccianti, residenti tra Lecce, Trepuzzi, Surbo, Campi Salentina, Squinzano. Grazie a questo meccanismo truffaldino, i falsi dipendenti avrebbero indebitamente percepito, tra il 2019 ed il 2020, ai danni dell’INPS, la corrispondente somma delle indennità da Covid 19, disoccupazione e maternità.
Le indagini condotte dal Nucleo dei Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro di Lecce, hanno portato anche al sequestro delle somme depositate sui conti correnti.
Gli indagati sono assistiti dagli avvocati: Giancarlo Dei Lazzaretti, Giuseppe Sessa, Mario Ciardo, Christian Quarta, Andrea Capone, Oronzo Chironi, Giulio Insalata, Salvatore a Leone, Stefano Pagliola, Cosimo Rampino, Silvio Giardiniero, Giuseppe Talò, Carmine Giovanni Miglietta, Chiara Fanigliulo, Giuseppe Rampino, Marco Pezzuto, Giuseppe Bianco, Francesco D’Agata, Marcello Isceri, Viola Messa, Giuseppe Gennaccari.