Ubriaco alla guida, provocò la morte di un padre e del figlio di 11 mesi: condannato a 6 anni


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Ubriaco alla guida avrebbe provocato un incidente stradale in cui morirono un uomo di Veglie e suo figlio. Pochi minuti fa, il 34enne Angelo Guida è stato condannato a 6 anni per omicidio colposo plurimo aggravato. Il gup Simona Panzera ha anche disposto altri quattro mesi di arresto e 2.000 euro di ammenda per la guida in stato di ebbrezza, il risarcimento dei danni in separata sede ed il pagamento di una provvisionale di 50.000 nei confronti del fratellino della vittima. 
 
Nel processo, celebratosi con il rito abbreviato, il pubblico ministero Roberta Licci ha invocato per l'imputato 6 anni e 2 mesi di reclusione e 1 anno di arresto, oltre a tremila euro di ammenda per la guida in stato di ebbrezza. Invece, nella scorsa udienza i familiari delle vittime si sono costituiti parte civile. Si tratta del padre, della moglie, la madre, la sorella, i fratelli e la nonna, difesi dagli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna, Cinzia Stefanizzi del Foro di Lecce, Michele Iaia del Foro di Bari, Lara Paladino del Foro di Busto Arsizio, Giovanna Morleo del Foro di Brindisi che avanzarono una maxi richiesta di risarcimento.
  
Secondo l'accusa, Guida avrebbe provocato la morte del 34enne Luca Cucurachi e del figlio Alessio, di soli 11 mesi, in un terribile incidente stradale avvenuto il pomeriggio del 6 gennaio 2015. L'uomo viaggiava a bordo di una Ford Focus station wagon sulla strada che collega Veglie a San Pancrazio Salentino quando, in prossimità di una curva, invase la corsia opposta e travolse l’Opel Corsa su cui transitava la famiglia di Veglie, nell'opposto senso di marcia. In seguito al violento impatto, per il padre e suo figlio non ci fu nulla da fare. Quest'ultimo si trovava seduto nel seggiolino posto sul sedile  posteriore. La moglie e l'altro figlio di Cucurachi, riportarono ferite guaribili in 30 giorni.
  
Il 34enne risultò positivo all'alcool test con un tasso di 1,29 grammi per litro a 5 ore di distanza dal sinistro. I successivi accertamenti stabilirono come il 34enne viaggiasse a una velocità di 108 chilometri orari (a fronte di un limite di 90), con gli pneumatici usurati. Nei mesi scorsi, il giudice Simona Panzera ha respinto la richiesta di patteggiamento, avanzata dal suo legale.