Ultraleggero precipitato a Gemini, l’impatto è stato fatale per pilota e passeggero. Le conferme nell’autopsia


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Per tentare di ricostruire la tragedia in cui hanno perso la vita Tommaso Arbace e Gianluca Causo – pilota e passeggero di un ultraleggero precipitato sulla provinciale che collega Ugento alla frazione di Gemini – il Pubblico Ministero Maria Rosaria Micucci ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo a carico di ignoti.

Due le ipotesi sul tavolo degli inquirenti: l’errore umano, una manovra sbagliata che ha tradito i due compagni appassionati di volo. O un guasto, un malfunzionamento del biposto considerato un “gioiellino di tecnologia”. Certo è che qualcosa in volo è andato storto. Ad un certo punto, il velivolo ha perso quota, schiantandosi contro il muretto a secco di una stradina di campagna, a pochi passi dalle abitazioni. Quando i soccorsi hanno raggiunto il luogo dell’incidente, per i salentini non c’era più nulla da fare.

Una volta recuperati tra le lamiere accartocciate del biposto, i corpi dei due amici sono stati trasferiti nella camera mortuaria dell’Ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, in attesa dell’autopsia, eseguita nelle scorse ore da Ermenegildo Colosimo, medico legale nominato dal Pm.

I familiari di Tommaso Arbace, l’imprenditore di Gagliano del Capo che, secondo una prima ricostruzione era al comando dell’ultraleggero, hanno nominato come consulente di parte il dottore Roberto Vaglio. Era presente anche il medico legale Giuseppe Guida per i parenti più cari dell’operaio di Melissano.

Le risposte dell’autopsia

Come era prevedibile, la morte di Arbace e Causo è stata causata da traumatismi interni. L’impatto, da un’altezza di 100 metri (più o meno), è stato violentissimo e purtroppo fatale. Durante, infatti, l’esame sarebbe emerso uno sfondamento del torace e dell’addome, oltre ad una serie di fratture. Il medico legale ora avrà 60 giorni di tempo per depositare la consulenza e appofondire l’analisi con gli esami istologici.