Un nuovo indagato per atti di bullismo su disabile: il ‘branco’ composto da 8 ragazzi di Campi Salentina


Condividi su

Dopo il patteggiamento della pena a 2 anni e 8 mesi per due ragazzi di Campi Salentina e la "messa alla prova" di un minorenne, altri cinque giovani dello stesso paese sono indagati per atti di bullismo verso un disabile. Nelle ultime ore, poi, si è aggiunto il nome di un altro ragazzo ai 4 già identificati. Ora gli inquirenti dovrebbero avere chiuso il cerchio su questo supplemento d'indagine.

I cinque ragazzi rispondono dei reati di sequestro di persona, violenza privata e persecuzione di un minorenne affetto da un handicap mentale. Uno di essi è l'autore del video, divenuto ben presto virale su WhatsApp. A lui, i militari sarebbero arrivati anche grazie alle dichiarazioni di Riccardo Cassone ed Edoardo Tauro, difesi dagli avvocati Massimo Bellini, Giovanni Gabellone e Larissa Luca.

I nuovi indagati (uno di essi è minorenne e dunque la sua posizione è stata stralciata ed è ora al vaglio del pm della Procura dei Minori, Imerio Tramis) sarebbero stati identificati grazie all'ausilio delle videocamere di video sorveglianza e alla testimonianza del 13enne disabile, vittima degli atti di bullismo, oltre alle dichiarazioni di altri testimoni.

Almeno questa una buona notizia, considerando la cappa di omertà che spesso soffoca molte realtà salentine, di fronte a gravi fatti di cronaca ( basti pensare alla vicenda del trepuzzino "Triglietta", capace di una vera '"impresa": rimanere latitante nel suo paese natale di neanche 15.000 abitanti, per ben due mesi!) .

Intanto, per l'altro minorenne A.G., difeso dall'avvocato Michele Palazzo, è stata accolta la richiesta di "messa alla prova". Il giovane avrebbe partecipato al vile atto di bullismo, all'incatenamento del 13enne. AG. (17enne all'epoca dei fatti) ad ogni modo, ha chiesto scusa ai famigliari e ha confessato ogni addebito, mostrando pentimento.

Il gup Aristodemo Ingusci ha disposto la sospensione del processo per 1 anno e 4 mesi nei confronti di  A.G.. La "messa alla prova" consiste nell'attività di volontariato presso un 'Associazione di tutela dei disabili, la collaborazione al servizio mensa della parrocchia di Santa Rosa e infine la partecipazione ad un corso di legalità, organizzato ogni anno presso il Tribunale dei Minorenni.

Al termine del periodo di "messa alla prova", il giudice stabilirà se il giovane abbia dimostrato di avere seguito il programma di recupero positivamente. Dunque, deciderà se considerare estinto il reato oppure se revocare l'ammissione. In questo secondo caso, il giovane potrebbe essere sottoposto a processo penale ordinario.

Il grave episodio di violenza, avvenne nel novembre del 2014 e fu filmato con un telefonino. Il video divenuto virale su WhatsApp tra i giovani di Campi Salentina, venne registrato con il cellulare da un altro ragazzo. Nel filmato, infatti, si vede chiaramente come alcuni ragazzi avessero legato il ragazzino disabile con catena e lucchetto. Una persecuzione durata oltre un’ora, durante la quale i tre bulli gli avrebbero persino urinato sulle gambe e una volta liberatolo, gli avrebbero intimato di non parlarne con nessuno.

I tre"bulli" sono stati " traditi" proprio da quel video. Il filmato, infatti, è arrivato tra le mani di una compagna di classe del 13enne, la quale ha provveduto ad informare la madre del ragazzino.
 
Il ragazzo disabile (adesso 14enne) e sua madre si sono costituti parte civile con l’avvocato Cosimo Casaluci e nell'udienza di patteggiamento del 12 maggio scorso, hanno avanzato una richiesta di risarcimento di 150 mila euro per i danni morali e patrimoniali.