Utilizzo intercettazioni telefoniche del senatore Marti: Camera rinvia ogni decisione su autorizzazione   


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Si conclude con un nulla di fatto la seduta odierna della Giunta della Camera in merito alla richiesta di autorizzazione all’utilizzazione delle intercettazioni telefoniche nei confronti del senatore Roberto Marti.

Al termine dell’incontro, il Presidente della Giunta Andrea Del Mastro Delle Vedove ha comunicato che informerà la Presidenza della Camera delle risultanze della seduta. Inoltre, si è riservato di proseguire in altra data l’esame dell’argomento e di altre questioni collaterali.

Il Presidente Delle Vedove ha rilevato che al Senato è in corso di discussione un caso analogo, “atteso che il 23 gennaio scorso l’omologa Giunta del Senato ha concluso l’esame del documento riguardante il senatore Luigi Cesaro, nei cui confronti l’autorità giudiziaria di Napoli ha avanzato una richiesta di autorizzazione all’utilizzo di intercettazioni di conversazioni captate in epoca in cui rivestiva la carica di deputato”.

Ha poi illustrato alla Giunta i precedenti della Camera e del Senato in ordine al riparto di competenze tra i due rami del Parlamento in sede di applicazione dell’articolo 6 della legge n. 140 del 2003, richiamando in particolare un caso, verificatosi durante la scorsa legislatura, in cui l’Autorità giudiziaria aveva indirizzato la richiesta di autorizzazione all’utilizzazione di intercettazioni di conversazioni nei confronti del senatore Verdini, deputato all’epoca dei fatti, a entrambe le Camere. In quell’occasione, a seguito di contatti informali tra le omologhe Giunte dei due rami del Parlamento, si era pervenuti ad una soluzione condivisa, in base alla quale il Senato affermò la propria competenza.

Infine, sono state formulate osservazioni di ordine giuridico in merito all’interpretazione dell’articolo 6 della legge n. 140 del 2003, “anche alla luce delle considerazioni contenute nella relazione con cui la Giunta del Senato propone all’Assemblea di dichiarare l’incompetenza del Senato sul Doc. IV, n. 1, «con conseguente restituzione degli atti all’autorità giudiziaria per l’eventuale trasmissione della richiesta di autorizzazione in questione alla Camera dei deputati»”.

Dopo, gli interventi dei vari componenti della Giunta, il Presidente ha concluso la seduta.

La richiesta del gip

Il gip Giovanni Gallo ha accolto l’istanza della Procura chiedendo l’autorizzazione alla Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Infatti, all’epoca dei fatti, Marti era Deputato della Repubblica. La richiesta riguarda, non solo le intercettazioni confluite nell’ordinanza, ma anche altre otto, contenute nella richiesta di autorizzazione dei pubblici ministeri Massimiliano Carducci e Roberta Licci.

L’inchiesta

Ricordiamo che, dopo la chiusura dell’inchiesta Estia, la posizione di Roberto Marti risulta “stralciata”. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura era finita la vicenda del pagamento dell’alloggio presso un B&B e poi l’assegnazione di un immobile confiscato alla mafia. Destinatario di questo “trattamento di favore” il fratello di un boss.

La Procura contesta a tutti gli indagati i reati di abuso d’ufficio, falso ideologico e tentato peculato.